Quegli altri candidati consiglieri finiti nel mirino della Dda

Ore di frenetiche attività investigativa: i carabinieri del Ros e l’Antimafia non perdono tempo. L’inchiesta sui voti dal boss Pignataro e quelli venduti potrebbe avere nuovi sviluppi.

NOCERA INFERIORE – Un’inchiesta che potrebbe riservare ulteriori sviluppi. Mettendo insieme gli elementi finora raccolti su “L’altra storia” a partire dalle dichiarazioni in conferenza stampa a poche ore dagli arresti di Carlo Bianco, Ciro Eboli, il boss Antonio Pignataro e Luigi Sarno per lo scambio di voti emerge un quadro che va oltre quello che è risultato evidente nelle prime ore.

Luigi Sarno appare come una sorta di procacciatore “seriale” di voti a pagamento alle ultime elezioni amministrative del 2017 e questo, certo, non può essere limitato solo eventualmente a Nicola Maisto. Se una persona mette insieme un cospicuo numero di voti comprati e poi ne fa dare una decina o forse meno a un solo candidato (secondo la Dda a Maisto per 40 euro l’uno) gli altri a chi sono finiti? E poi, Maisto, a fronte della capacità di trovare molti voti da comprare da parte di Sarno, posto che sia vero, ne acquisterebbe solamente una decina? Un rischio che sembra molto alto per un magro risultato.

Se, a quanto pare, ci sono pochissime telefonate intercettate dai carabinieri del Ros nel quale compare il nome di Maisto, detto tra alcuni interlocutori, senza la presenza del candidato, l’indagine potrebbe vedere aperte un’ulteriore pagina dai contorni tutti da chiarire. «Abbiamo potuto registrare un fenomeno molto più esteso (di corruzione elettorale) che ha coinvolto una pluralità di altri candidati talora eletti in consiglio comunale in altri casi no», sottolineava il pm Vincenzo Senatore della Dda di Salerno nella conferenza stampa del 21 agosto scorso.

Insomma, altri oltre il «caso Maisto» avrebbero cercato voti da comprare, forse anche a Sarno (come parrebbe dedursi). Visti i tanti interrogati come persone informate sui fatti in queste ore, potrebbero emergere nuove nomi. Altri candidati potrebbero essere tra quelli attenzionati dalla Dda emergendo dalle indagini. Nel caso di Maisto, l’indagato ha sottolineato di non conoscere né Sarno né i venditori di voti. E tra quelli con i quali Sarno é stato in contatto? Cosa avrebbe ricevuto Sarno in cambio di questi voti? Denaro o altro?

Cosa Sarno procurava per giustificare soldi e pagamenti, solo attacchini, persone che vendevano voti o anche altro? Letteratura vuole che i modi per comprare voti sono tanti, dalla semplice dazione di denaro, caso classico, alla nomina di rappresentanti di lista o di candidati, alla pubblicità in varie forme. Insomma, dalle carte dell’inchiesta potrebbero emergere tante novità interessanti visto che i soggetti erano indagati erano impegnati per diverse liste e diversi candidati sindaci.

Le Cronache

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