Quali rapporti avevano Eboli e Bianco con la parrocchia di San Giuseppe?
NOCERA INFERIORE – Quell’inutile documento del vescovo. Martedì è giunto, e pure tardivo, un comunicato stampa della diocesi nocerina che ricostruiva i tempi dell’opera pensata e proposta a Montevescovado, quella casa famiglia finita al centro dell’inchiesta su uno scambio elettorale politico mafioso che ha portato in carcere Carlo Bianco, ex consigliere comunale, il boss Antonio Pignataro, il candidato al consiglio comunale Ciro Eboli.
Monsignor Giudice ha ricostruito l’iter della pratica che ha portato a una delibera di giunta di indirizzo per far valutare la possibilità di un cambio di destinazione d’uso dell’area necessaria alla realizzazione della casa famiglia. Una ricostruzione pubblicata dal nostro giornale con le foto dei documenti il giorno dopo gli arresti (e quindi martedì della settimana scorsa) e ripresa da altri quotidiani. Insomma,quel comunicato
stampa del vescovo era inutile: già si sapeva tutto, del resto anche pubblicato sul sito del Comune di Nocera Inferiore. Come non era necessario dire di essere contro le illegalità e altre cose del genere: ci mancherebbe altro.
Il vescovo e don Alfonso Santoriello (già ascoltato dai magistrati come persona informata sui fatti), il parroco di San Giuseppe che ha avviato la pratica, devono ai cittadini e soprattutto ai fedeli dire chi erano per loro Ciro Eboli e Carlo Bianco, in particolare il primo, quali rapporti intercorrevano tra questi e le strutture ecclesiastiche, se hanno mai avuto a che fare con Antonio Pignataro. Risponda a queste domande il presule, le dichiarazioni finora giunte sono tardive, inutili e francamente insufficienti.
Le Cronache