Un fuoco di fila che dimentica chi candidò Eboli. Perché?

Molte le forze politiche contro Torquato ma non ricordano i più gravi protagonisti della vicenda. Una commissione d’accesso agli atti sarebbe utile.

NOCERA INFERIORE. Un fuoco di fila contro il sindaco Manlio Torquato.Chi chiede le dimissioni, chi lo scioglimento del consiglio comunale. Su che basi? Vediamo. Uno dei personaggi centrali è il candidato non eletto Carlo Bianco per essersi rivolto al boss Pignataro per avere voti, voti che poi non sono arrivati (come innervosito si lamenta a telefono lo stesso Bianco).

Quindi Bianco non avrebbe portato a Torquato voti della camorra. Pignataro ha, invece, candidato il nipote, Ciro Eboli con il centrodestra e quibndi contro Torquato ma questo passa in secondo ordine, stranamente. Eppure, quando è stato candidato, Eboli era ben noto come figlio di una persona assassinata e soprattutto come cognato di Luigi Cuomo, ritenuto criminale emergente la cui foto era finita su tutti i giornali cinque mesi prima per gli arresti delle nuove gang dello spaccio in città nonché nipote del boss Pignataro.

Tutti parlano di Bianco e quindi di Torquato, per essendo l’ex consigliere comunale considerato una persona perbene fino a lunedì scorso, ma non si dice nulla della candidatura del nipote del boss. C’è poi la vicenda della delibera per la casa famiglia dove si valutano le gravi posizioni di Bianco e di Antonio Cesarano che si erano interessati per conto del boss alla pratica ma nell’opinione pubblica si dimentica che la pratica arrivava dal parroco di San Giuseppe e dal vescovo e che più volte Torquato non aveva voluto incontrare Bianco ed Eboli, negando al consigliere di intermediare o rappresentarlo con monsignor Giudice.

La delibera chiedeva agli uffici solo di verificare la richiesta di cambio di destinazione d’uso di un’area. A questo punto, per fare ulteriore chairezza, arrivi una commissione di accesso agli atti. Al momento, sembra che Bianco si sia interessato della pratica senza avere peso salvo poi vantarsi dell’approvazione a telefono con Cesarano.

Le Cronache

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