VIDEO – L’interessamento per l'”opera pia”

La Giunta avviò solo la valutazione della richiesta di cambio di destinazione d’uso dell’area dove doveva sorgere. Non è escluso che alla base ci sia un ingiusto vantarsi. Bianco, Cesarano, Eboli e Pignataro tesi a far realizzare una casa famiglia della parrocchia, in cambio dei voti del clan.

NOCERA INFERIORE. «Vedi che quella cosa (la delibera di giunta comunale, ndr) è stata votata, ho chiamato a… e gli ho detto che voglio una copia di quella delibera… la devi far vedere a zio Antonio e un’altra devo portare al prete. Io la parola mia l’ho mantenuta… questa è la dimostrazione eccola qua la delibera firmata».

E’ questa l’intercettazione dei Ros che inguaia Carlo Bianco, che nel maggio scorso era ancora consigliere comunale. Bianco era a telefono con l’amico di sempre e suo grande sostenitore politico, Antonio Cesarano, già vicesindaco con la giunta del sindaco Antonio Romano. I due a telefono parlano della delibera della giunta comunale di Nocera Inferiore, del 16 maggio scorso. Per questa vicenda sono indagati per scambio elettorale politico-mafioso sia Cesarano sia Bianco ma anche Ciro Eboli e Antonio Pignataro, “zi Antonio”, che voleva rivestire il ruolo di criminale di peso atteso il suo passato.

La vicenda al centro dell’inchiesta è la richiesta del cambio di destinazione d’uso di un terreno a Montalbino. Secondo l’accusa, Carlo Bianco (candidato nella lista “Moderati per Torquato” alle elezioni del 11 giugno scorso) avrebbe accettato da Antonio Pignataro la promessa di procurare voti (pare un centinaio) con la forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva dal nome che questi ha in quanto appartenente alla Nuova Camorra Organizzata la Nco di Raffaele Cutolo e la sua fama di pluriomicida.

In cambio, Bianco si sarebbe interessato al cambio di destinazione d’uso di un fondo ubicato nella vicinanze della proprietà della diocesi di Nocera Inferiore sul quale doveva essere realizzato un edificio da destinare a mensa Caritas rispetto alla cui edificazione aveva interesse Pignataro e Ciro Eboli (attivo nella comunità parrocchiale della zona), grazie anche Antonio Cesarano che avrebbe avuto lo specifico compito di fungere da tramite tra Bianco e Pignataro che era agli arresti domiciliari.

La ricostruzione.
Il sacerdote della parrocchia di San Giuseppe, don Alfonso Santoriello, il 15 ottobre scorso, aveva scritto al sindaco: «vengo a lei con la presente, dettata dalla necessità del servizio pastorale che come parroco svolgono nella parrocchia di San Giuseppe che abbraccia la fascia periferica di Nocera Inferiore dal rione Calenda fino alla zona di Montevescovado, per chiedere alla S.V.I. di poter beneficiare di una variante al Puc per il fondo limitrofo alla parrocchia suddetta. Si rende necessario un ampliamento delle strutture per le Opere Parrocchiali perchè sono molte le richieste e pochi gli strumenti.

Già da anni sia con gli operatori pastorali, sia con i giovani dell’associazione caritativa San Giuseppe ci siamo adoperati a soddisfare i bisogni del suddetto quartiere, perchè sprovvisto di una casa di accoglienza una mensa e sale di catechismo e multimediale, dicevo da anni provvediamo in silenzio, senza lucro e nessuna pretesa dai vari enti, a sostegno di famiglie svantaggiate, al recupero scolastico dei bambini disagiati con attività di doposcuola e attività ludico-ricreative. Siamo in attesa di acquistare un fondo terreno rudere confinante sul lato nord con la proprietà della parrocchia. E, l’ampliamento e fondo esistente, consentirebbe la realizzazione delle suddette opere e faciliterebbe anche lo smaltimento delle acque reflue dell’attuale chiesa parrocchiale nella fogna comunale in virtù di un avvicinamento al punto ottimale dimissione».

L’area in questione è destinata ad area per verde urbano e non sono possibili gli interventi richiesti dal parroco visto il Puc in vigore. Il vescovo monsignor Giuseppe Giudice in una lettera del 9 maggio scorso, indirizzata al sindaco Manlio Torquato, in occasione della festa del Santo Patrono, scrive al Comune di Nocera Inferiore esprimendo parere favorevole alla richiesta inoltrata dal parroco e lo autorizzava la presentazione di un progetto corredato di quanto necessario. Il 16 maggio scorso, vista la richiesta del parroco e la nota del vescovo, oltre al valore sociale dell’iniziativa indirizzati alle per- sone svantaggiate, la Giunta comu- nale ha dato il via libera alla valutazione della proposta del sacerdote, che a sua volta, qualora fosse stata positiva, necessitava dell’approvazione del consiglio comunale.

La Giunta ha deliberato un atto d’indirizzo ai funzionari responsabili degli uffici di piano e di area privata per l’avvio di un del procedimento di formazione ed eventuale approvazione della variante al Puc riguardo la richiesta don Alfonso Santoriello. Nella delibera l’indirizzo la giunta evidenzia che vanno comunicate a tutti i soggetti interessati a partecipare l’avvio del procedimento, che è necessario verificare con l’ufficio preposto la sostenibilità ambientale della variante. Una variante che poi dovrà essere approvata dal consiglio comunale, a quel punto dal successivo a quello ormai “scaduto”.

Il ruolo.
Bianco, a suo dire, si sarebbe interessato alla vicenda che, dalla documentazione in delibera, risulta sponsorizzata dal vescovo (tanto da scrivere al sindaco nel giorno solenne del santo patrono) e chiesta dal parroco. Una delibera che, in realtà, avviava solo un procedimento di valutazione e non era già il cambio di destinazione d’uso da verde pubblico a quello necessario per l’opera parrocchiale.
Per questo suo presunto interessamento, Bianco si sarebbe aspettato i voti procuratigli da Pignataro che alla fine non sarebbero arrivati (da consigliere uscente, Bianco prese solo 137 voti) tanto da gridare al tradimento e prendersela con i “correi” dopo le elezioni.

Sinceramente è poco credibile che fosse necessario un intervento di Bianco dopo una richiesta al cattolico Torquato da parte del vescovo che “raccomandava” un’opera di valore sociale in una delle zone più disagiate della città. Comunque sia, rimane gravissimo per un cittadino normale e ancor più per un consigliere comunale, anche il semplice aver avuto a che fare con un camorrista come Pignataro, figuriamoci fare un patto per avere i voti.

Che siano arrivati o meno questi voti, per Bianco o Eboli (qualora risultassero provate le accuse) la vicenda sarebbe gravissima e senza appello.

Quelle lettere che raccontano un’altra storia amministrativa.
Il fascicolo della delibera, disponibile on line sul sito del Comune: parlano della richiesta del parroco di San Giuseppe e del vescovo.
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