Voto in cambio di soldi e piaceri

A tenere le fila il boss Antonio Pignataro e i suoi “uomini”. L’intervento in tempo record dei carabinieri del Ros dopo le ultime elezioni comunali. Quattro gli arresti, tra questi i candidati Ciro Eboli con il centrodestra e Carlo Bianco con il centrosinistra.

NOCERA INFERIOREUn voto in cambio di 50 euro. Escamotage che non è servito alla rielezione ma che lo ha fatto finire nella rete della giustizia. L’asse politica e clan è stato bloccato all’alba di ieri dai carabinieri del Ros (reparto operativo speciale) del comando provinciale di Salerno. Quattro le persone finite in manette con l’accusa a vario di titolo di associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso ed estorsione. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip del tribunale di Salerno su richiesta del pm Senatore della Dda. Nel corso dell’operazione sono state effettate anche perquisizioni a carico di altri 19 indagati per il reato di corruzione elettorale. Al centro delle indagini del Ros i clan camorristici operanti nell’Agro nocerino-sarnese e, in particolare, i loro interessi nel settore imprenditoriale. Uno il clan in particolare quello facente capo ad Antonio Pignataro. L’indagine è partita nel 2016 e prosegue quella che ha visto finire agli arresti i giovani protagonisti delle nuove leve criminali cittadine quelle che avevano animato la guerre per lo spaccio tra settembre e novembre dello scorso anno e riconducibili in parte ai fratelli Cuomo (Luigi Cuomo è il cognato di Ciro Eboli).

Seguendo queste indagini, gli uomini del colonnello Mabor sono risaliti al personaggio chiave dell’inchiesta, Antonio Pignataro tra gli ideatori dell’omicidio di Simonetta Lamberti vittima involontaria dell’agguato orchestrato nel 1982 a Cava de’ Tirreni per uccidere il padre il giudice Alfonso Lamberti, procuratore di Sala Consilina. L’uomo era agli arresti domiciliari per motivi di salute. Antonio Pignataro, detto “Zio Antonio” era riuscito a creare un nuovo nucleo associativo operando «dal balcone di casa». L’ordinanza è stata inviata anche al prefetto di Salerno per quanto di sua competenza e valutare tutti gli aspetti relativi all’inquinamento eventuale dell’attività amministrativa cittadina e della politica, trasversale alle ultime elezioni e che riguarderebbe «un sistema diffuso e trasversale a diverse formazioni politiche».

L’obiettivo del clan era quello di realizzare un progetto di loro interesse per la mensa della Caritas, attraverso il cambio di destinazione d’uso di un terreno, cambio che sarebbe avvenuto attraverso una delibera di giunta. Interessamento avvenuto tramite il vicesindaco della Giunta Romano Antonio Cesarano (e uno dei punti di riferimento dei Riformisti per Nocera che aveva appoggiato la coalizione Torquato nel 2012), il suo amico e candidato della lista Carlo Bianco. Nell’ultima tornata elettorale ‘Zio Antonio’ si è impegnato in prima persona per accrescere i voti di degli arrestati Ciro Eboli e Carlo Bianco. Il quarto arrestato, Luigi Sarno avrebbe procurato voti al candidato Nicola Maisto, eletto nelle fila di Uniti per Torquato: Sarno era destinato agli arresti domiciliari ma, grazie al rinvenimento di cocaina nella sua disponibilità è finito in carcere.

Pina Ferro – Le Cronache

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