Sanzone dice, invece, di non essere preda della gelosia e di essersi difeso, ma il giudice non gli crede. Il Gip ritiene verosimile la versione dell’ex convivente e non quella dell’indagato.
NOCERA INFERIORE – E’ geloso e può reiterare il reato, quindi deve restare in carcere. Il gip Paolo Valiante, ieri, ha destinato al massimo grado di custodia cautelare il 42enne Giorgio Davide Sanzone (o Giancane come si chiamava fino a poco tempo fa), detto ‘“o’ siciliano, per l’assassinio del 53enne infermiere Maurizio Fortino, avvenuto giovedì sera. Per il giudice Sanzone mantiene la pretesa di controllare la vita sentimentale della ex compagna e si possa trovare in situazioni in cui nuovamente trovi occasione di manifestare la sua «gelosia (che, in quanto cieca, non necessariamente richiede la corrispondenza a realtà dei sospetti e delle congetture della persona gelosa) e quindi di esercitare violenza nei confronti di altre persone, se non proprio contro la sua ex convivente».
Per il giudice va ritenuto che l’indagato non sia capace di contenere istinti aggressivi e finanche di tipo omicidiario. Il giudice ritiene, al momento, che Sanzone «deve rispondere, allo stato degli atti, dell’omicidio volontario, commesso con dolo alternativo (o, nella più favorevole delle ipotesi per lui, con dolo eventuale)», ossia pur se non vi fosse la volontà di uccidere Fortino, Sansone si sia dimostrato indifferente alla possibilità che l’infermiere potesse morire o ne abbia acccetato il rischio morte. Il Gip ha escluso qualsiasi forma di legittima difesa, considerando realistica la versione fornita dall’ex convivente. Sanzone, per il giudice, ha aggredito unilateralmente Fortino e lo ha colpito con il coltello.
“‘o Siciliano” si è rifatto alle sue dichiarazioni al Pm che, come aveva anticipato Le cronache, contraddicevano in un punto saliente la ricostruzione della sua ex (nei box ai lati le due versioni). A raccontare la verità sul quel minuto così controverso in cui si è svolta la vicenda, per il Gip è stata l’ex di Davide così come suffragato dalle indagini dei carabinieri e dai rilievi scientifici.
La versione dell’ex convivente.
Verso le ore 20.45 di giovedì sera, la donna si trovava a casa sua con la figlia, quando era passato per un saluto Maurizio Fortino, suo intimo amico da 5 anni. Dopo una mezzora era arrivato Davide ‘o Siciliano e avrebbe iniziato a bussare con forza alla porta, gridando di aprire. Fortino si sarebbe spaventato e si sarebbe chiuso in bagno. Sanzone era entrato nella piccola abitazione con una busta contenente abiti sporchi per farseli lavare dalla sua ex e l’aveva gettata sul divano.
La donna aveva detto a Davide Sanzone Fortino era passato per un saluto e che si trovava in bagno. A quel punto, ‘o Siciliano avrebbe aperto un cassetto della cucina e preso un coltello avrebbe detto: «Aspetta un momento, vado anch’io in bagno». Entrato nel bagno aveva aggredito a calci e pugni Fortino, offendendo l’infermiere e dicendo che la figlia non doveva vedere nessuno. La donna era uscita nel cortile per chiedere aiuto e al suo rientro avrebbe trovato Fortino insanguinato.
La versione di ‘o Siciliano.
«Sono geloso di mia figlia e non sono geloso della mia ex. Ho avuto sempre un buon rapporto con entrambe». Si difende Giorgio Davide Sanzone, detto ‘o siciliano, e al pm Gianpalo Nuzzo che lo interrogava offre la sua versione d i fatti. Secondo Sanzone, lui stesso avrebbe bussato al campanello della casa della ex e la donna lo avrebbe fatto accomodare. Lui le avrebbe chiesto di andare in bagno e l’ex gli avrebbe risposto che nel bagno c’era Maurizio. A questo punto l’uomo avrebbe chiesto chi fosse quell’uomo ma la donna le avrebbe risposto che non era una cosa che lo doveva interessare. Dal bagno, in quel momento, uscì Maurizio Fortino.
A quel punto, Sanzone avrebbe detto alla figlia che doveva andare sul soppalco e subito dopo avrebbe cominciato a litigare con l’infermiere, con scambi di pugni e calci. «Preciso di avere iniziato io ad inveire contro l’uomo ed immagino di averlo colpito io per primo», ha dichiarato ‘o Siciliano. Durante la colluttazione, entrambi sarebbero caduti sul tavolo della cucina. Dal tavolo, mentre sarebbe stato al di sotto di Fortino, Sanzone dice di aver preso qualcosa, un coltello con il quale colpito Fortino dietro la schiena. Resosi conti di avere le mani insanguinate si sono fermati entrambi e sarebbero usciti di casa e una volta fuori Maurizio Fortine avrebbe detto a Davide Sanzone «hai visto che sei uno scemo», avviandosi verso l’ospedale.
Le Cronache