Un raptus di gelosia, forse immotivato, alla base dell’assassinio di via Origlia. Nei guai il 42enne Davide Giorgio Sansone per omicidio pluriaggravato.
NOCERA INFERIORE – Un presunto raptus di gelosia alla base dell’omicidio del 53enne Infermiere nocerino Maurizio Fortino. Intorno alle 22 di giovedì sera, Maurizio si trovava nella casa di una donna in una traversina di via Origlia. Nell’abitazione c’era anche la figlia di questa. Secondo una prima ricostruzione, l’infermiere si trovava lì per un aiuto alla donna. All’improvviso è arrivato il 45enne Davide Giorgio Sanzone, originario della provincia di Ragusa, fino a poco tempo fa con il cognome Giancane, per un periodo a lavoro fuori e con problemi di giustizia alle spalle. “Davide ‘o siciliano”, come era noto a Nocera, aveva avuto una relazione con la donna, interrotta da tempo, ed è il padre della bimba che si trovava in casa quella sera.
A dire dell’uomo, l’ex compagna non poteva ricevere uomini in casa alla presenza della figlia di nove anni. Alla vista dell’infermiere (che non era in condizioni sconvenienti), il 42enne avrebbe chiesto cosa ci facesse a quell’ora in casa e da lì ne è nato un alterco. Secondo Sanzone sarebbe nata una colluttazione con Fortino che lo avrebbe obbligato con le spalle contro un ostacolo. A questo punto, “’o Siciliano” avrebbe preso un coltello da cucina e avrebbe colpito l’infermiere alle spalle. Secondo un’altra versione fornita da una testimone, Fortino era tra la cucina e il bagno di questi 30-40 metri quadrati di abitazione e li sarebbe stato colpito senza nemmeno accorgersene da Sanzone, alle spalle (come si evidenzierebbero le tracce di sangue in bagno).
Fortino esce di casa, raggiunge lo scooter per raggiungere il vicino ospedale. Meno di due chilometri da percorrere per arrivare all’Umberto I, dove essere soccorso. Maurizio percorre un paio di centinaia di metri, svolta su via Atzori, passa la Croce del sud, perendo sangue. L’ospedale si avvicina. Superato l’incrocio con via via Famiglia Pietro Lamberti, proprio in questa strada, Maurizio non ce la fa più. Lo scooter si ferma, cade. Un’auto vede la persona in difficoltà e lo carica su per far meno di 500 metri che separano la zona dall’“Umberto I”. Riesce a dire ai soccorritori di essere stato accoltellato. Sono i suoi ultimi istanti di vita.
All’ospedale, i medici hanno costato la morte del 53enne infermiere. I carabinieri diretti dal maggiore Michele Avagnale sono subito sulle tracce del feritore che viene trovato mentre vaga per le strade del centro, nell’isola pedonale, non lontano dal luogo dell’omicidio. Condotto in caserma, l’uomo fornirà una sostanziale confessione dei fatti ma non ammetterà il raptus di gelosia. Alla fine viene arrestato con l’accusa di omicidio aggravato dalla futilità dei motivi e dalla presenze di una minore (la figlia). La pista perseguita è quella passionale, forse anche sulla base di un fraintendimento anche perché non è emerso alcun rapporto tra la donna e Fortino.
Nelle prossime ore, l’autopsia sul cadavere della vittima potrà svelare elementi utili alle indagini. Intanto, ritrovati l’arma del delitto e gli abiti sporchi di sangue che l’indagato si sarebbe tolto dopo l’assassinio. A dirigere le indagini il pm Nuzzo della procura della repubblica di Nocera Inferiore (lo stesso magistrato che dirige l’inchiesta sull’omicidio Gorizia Coppola a Pagani di alcune settimane fa) che, in stretto contatto con il procuratore Antonio Centore ha seguito già di notte le prime attività e i vari interrogatori.
Nelle prossime ore, forse anche lunedì mattina, la convalida dell’arresto di Sanzone e l’eventuale suo interrogatorio davanti al Gip. Davide è noto in città. Abita a via Fucilari ed è conosciuto per essersi lanciato, anni fa, dal balcone di casa al primo piano per evitare un arresto. Dopo varie vicissitudini giudiziarie si era messo sulla buona strada.
Le Cronache