Nocera Inferiore. Il magistrato Amedeo Sessa alla Procura generale

Ieri la cerimonia di addio all’ufficio nocerino.

Saluta la Procura della Repubblica di Nocera Inferiore il sostituto procuratore Amedeo Sessa, colui che fu tra i promotori di un tribunale a Nocera e che lo ha visto nascere. Lo ha raccontato ieri davanti ai colleghi ed ai collaboratori durante la cerimonia di saluto. Poi, una dettagliata cronistoria concessa alle telecamere di Rtalive. Fu suo il primo input per l’apertura del tribunale, erano gli anni ’90 e a questa richiesta si aprì un grosso dibattito tra favorevoli e contrari. La politica dell’epoca ne capì la necessità e grazie all’impegno dell’onorevole Giuseppe Gargani sì arrivò ad aprire un tribunale per l’Agro nocerino. Il primo fascicolo e quindi il primo processo fu aperto dallo stesso Sessa nel 1993, si trattava di un furto: tre gli imputati. Non c’era molto all’inizio: alcune sedie, qualche tavolo, una macchina da scrivere modello Olivetti ed una fotocopiatrice prestata da Giovanni Di Caprio. Questi i mezzi con i quali, il giovane procuratore proveniente da Milano, muoveva i suoi primi passi in una nuova e giovane Procura. Ha cercato di trattenere la commozione ed ha detto: “È difficile non essere emozionati, ma ricordo a me stesso che oggi è anche un giorno per festeggiare una promozione”. Andrà alla Procura generale di Salerno e con lui porterà la grande esperienza acquisita negli anni a Nocera, come il giorno in cui si occupò della frana di Sarno, sua la requisitoria. Si trovò lì per sostituire per un giorno una collega, ci rimase per dieci giorni e tra fango, volontari, stampa e vittime, raccolse tutte quelle prove che hanno visto la condanna del sindaco sarnese dell’epoca. Un duro lavoro che è proseguito negli anni con altri casi e che ha visto il magistrato di Angri reggere la Procura diverse volte. Il suo auspicio è che oggi con un organico più completo e prossimamente con tutti i numeri necessari tra magistrati e personale, la Procura possa viaggiare più speditamente ed affrontare in modo migliore il lavoro in essere.

Giuseppe Colamonaco  – Le Cronache

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