Il caso della turista francese ferita suscita diversi interrogativi.
COSTIERA AMALFITANA. Una disavventura nel mare per una turista straniera e la necessità di un trasporto in eliambulanza a Salerno riapre lo spazio ad alcune riflessioni sulla necessità dei presidi come quelli di Castiglione di Ravello.
Questa la vicenda, già pubblicata ieri su Le Cronache. Sabato pomeriggio, una turista francese si è infortunata a bordo di un’imbarcazione a causa di un’onda anomala secondo altri sugli scogli all’altezza di Maiori. L’improvviso dondolio della barca avrebbe fatto cadere la 47enne transalpina facendole battere la schiena sul ponte dell’imbarcazione e provocando tremendi dolori.
Intorno alle 15 di sabato scorso l’allarme ai soccorsi che sono riusciti a trasportare la malcapitata all’ospedale di Castiglione di Ravello, dove è giunta alle 15.30. Dopo una prima visita al Pronto Soccorso del Costa d’Amalfi è stata eseguita una Tac grazie alla quale è stata rilevata un’importante frattura alla colonna vertebrale. Necessario il trasferimento in eliambulanza, dal molo d’attracco di Minori, presso il reparto di Neurochirurgia dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno dove è arrivato, come testimonia la foto scattata dal parcheggio della struttura sanitaria del capoluogo intorno alle 20.
Insomma per un compiuto soccorso in una struttura attrezzata sono passate circa cinque ore. E se si fosse trattato di un ictus o un infarto? Probabilmente i tempi sarebbero stati inferiori ma non di molto. Il doppio passaggio ospedaliero, in questi casi come in tanti altri che si verificano in diverse strutture sanitarie, fa perdere un tempo enorme rispetto al celere trasferimento in elicottero al “Ruggi”.
E allora se un ospedale, quello di Ravello come tanti altri della provincia, non possono erogare servizi di grave emergenza a che servono? Un presidio psicologico? Un modo per far fare straordinario o Alpi (la costosa attività libero professionale) a sanitari? Insomma, a che serve realmente un presidio ospedaliero di questo tipo?
Ricorrere in un ospedale -che comunque hanno un costo, spesso di rilievo come quello del Costa d’Amalfi- che non ha tutti i reparti d’emergenza con personali e attrezzature per le varie tipologie di soccorso in emergenza (Utic, stroke unit, neurochirurgia, chirurgia d’emergenza ed altre) serve solo a far perdere tempo e in patologia gravi questo si sostanzia in un maggior pericolo per la vita del paziente e in danni ulteriori?
Domande che spesso cozzono con esigenze locali, motivate da esigenze psicologiche più che sanitarie.
K.R. Le Cronache