«Contro di me un castello di accuse false per cercare di bloccare la mia vittoria»

Il candidato sindaco replica anche alla vicenda della Tarsu non pagata da un’azienda conserviera e sulle alleanze politiche future. Andrea Donato risponde ai suoi avversari su stabilizzazioni, Sammartino e indagini.

CASTEL SAN GIORGIO. Antonio Donato, in corsa con Castel san Giorgio Insieme, si candida a guidare il Comune e a continuare l’esperienza avviata nel 2005. Il medico risponde con franchezza alle domande sulle critiche mosse gli da alcuni suoi avversari.

Dottore Donato, la presenza sui palchi del sindaco al quale il Pd staccò la spina, Pasquale Sammartino, non le crea imbarazzo? «La sua premessa è inesatta perché il Pd non ha staccato la spina a Sammartino. Lo stesso ha spiegato molto bene i motivi della sua decisione, che noi tutti abbiamo ritenuto un atto di grande dignità istituzionale. E la sua presenza sul palco, che ci onora, ne è la conferma. Diversamente, anziché partecipare attivamente alla nostra campagna elettorale, poteva tranquillamente starsene a casa o andare in vacanza».

E’ vero che le stabilizzazioni per le quali la Corte dei Conti ha chiesto spiegazioni furono decise dalla sua giunta e che tra gli stabilizzati vi era anche la moglie di Sammartino all’epoca suo assessore in giunta?
«Non è propriamente così. La mia giunta, su richiesta delle organizzazioni sindacali e col parere favorevole dei funzionari competenti e del direttore generale, in piena coerenza con la normativa vigente all’epoca, fece l’atto di indirizzo per l’espletamento dei concorsi finalizzati alla stabilizzazione del personale già operante nell’Ente. D’altra parte è il caso di ricordare
che la dott.ssa Ginocchi, da tutti apprezzata per le sue doti professionali, prestava servizio al Comune dai tempi dell’amministrazione Alfano e che gli ispettori del Ministero hanno giudicato legittima la sua posizione. Per quanto riguarda la Corte dei Conti, mi risulta che non è stato chiamato in causa nessun amministratore della giunta Donato».

E’ vero che su esposti dell’ingegnere Roberto Capuano lei ha dovuto difendersi in Tribunale dall’accusa di abusivismi edilizi? «La vicenda dell’ingegnere riguarda il condono edilizio, dove sono stato impropriamente chiamato in causa su divergenze tecniche tra lo stesso e l’architetto Mellini, sua caposettore. Invece, l’accusa di abuso edilizio mi è stata fatta da un candidato dell’altra lista, già consigliere ed assessore al comune. In effetti, ha fatto un esposto in cui si diceva che avrei realizzato un fabbricato rurale illegittimo. In verità c’è stata una regolare concessione edilizia, peraltro rilasciatami prima che fossi eletto sindaco e senza nessuna forma di favoritismo, allo stesso modo di come sono stati rilasciati in trenta anni i circa trecento permessi a costruire in zona agricola, e cioè con il criterio dell’accorpamento dei lotti ed il pagamento degli oneri concessori se non si era imprenditore agricolo a titolo principale».

Esiste un contenzioso tra l’azienda conserviera Di Leo e il Comune su oltre ottocentomila euro di Tarsu non pagata. Lei ha candidato uno dei Di Leo come capolista in queste elezioni. Come pensa di risolvere il conflitto di interessi se venisse eletto dato che due anni fa un’altra Di Leo, Maria Giovanna, sorella dell’attuale capolista, da assessore all’ambiente non recuperò un solo euro di quella esposizione? «Credo che le notizie di cui dispone siano inesatte. Tuttavia tengo a precisarle che tutte le aziende conserviere hanno un contenzioso con il Comune, per cui la giustizia amministrativa si pronuncerà al riguardo e dirà chi ha ragione. Che io sappia, il motivo del contendere è legato ai criteri adottati per il calcolo della Tarsu. Le aziende contestano il fatto che c’è una tariffa unica per tutta la superficie occupata e non si fa differenza tra area produttiva, area di sosta, magazzino, uffici, ecc.; inoltre che non vengono detratti i costi per lo smaltimento dei rifiuti speciali (che sono trattati da ditte specializzate) ed in fine che l’attività prevalente è a carattere stagionale. Si tratta, a mio giudizio, di contestazioni valide, rispetto alle quali la futura amministrazione dovrà fare un supplemento di riflessione. Per quanto ci riguarda, rispetto ai morosi, avremo un atteggiamento di massimo rigore, con tutti, parenti inclusi».

Lei si è sempre detto contrario alle marmellate, ma nella sua lista c’è un noto legale dichiaratamente di destra e sembra che anche Michele Salvati sia propenso ad appoggiarlo.Come spiega queste scelte che sembrano contraddire la decisione di correre senza inflluenze ideologiche diverse da quelle del Pd? «La nostra è una lista di programma ed è composta da candidati che in premessa hanno condiviso regole comportamentali e progetto amministrativo. Il candidato sindaco non ha promesso nulla a nessun candidato e ognuno di questi non ha chiesto niente. E questo mi basta. Qui non vedo marmellate! Per quanto riguarda Salvati, sono dispiaciuto che una forza politica ben radicata non si sia presentata alla competizione, tuttavia va precisato che non c’è stato e non ci sarà nessun accordo con la mia lista. Chi voteranno? Credo che da soli sapranno decidere sul da farsi».

I grillini, toglieranno più voti a lei o a Paola Lanzara?
«Non lo so. Credo che i grillini prenderanno i voti dei loro simpatizzanti e di quanti sono delusi dalla politica dei partiti storici. Per quanto mi riguarda, auguro loro di raggiungere almeno il quorum per avere un rappresentante in Consiglio, perché molti grillini fanno politica perché animati da sincera passione».

Le Cronache

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