I pentastellati alle prese con il caso Capuano, mentre in Fratelli d’Italia devono risolvere il problema dell’ex consigliere comunale.
CASTEL SAN GIORGIO. Divisioni e liti nei Cinque stelle a Castel San Giorgio. La lista è davvero a rischio. Il candidato a sindaco Gaetano Riso e il suo vate, Giovanni Polichetti, sembrano non riuscire a tenere la porta chiusa alla fuoriuscita di Angelo Capuano sempre più dato in partenza verso Paola Lanzara. I Cinque Stelle sembrano in verità essere un’anomalia nel quadro del movimento nazionale e locale. Non una iniziativa, non un sit in, non una critica, non una protesta degna di questo nome. Sembrano una riedizione silenziosa dell’ex Ncd di Angelino Alfano in chiave sangiorgese.
Nel frattempo, mentre i grillini si interrogano come costruire una lista ad uso e consumo dei leader locali (ecco perché forse Angelo Capuano dava fastidio) Alla corte dell’avvocatessa Paola Lanzara potrebbe arrivare anche Maria Sica. L’avvocato ex assessore, però, ci arriverebbe non come si pensava in un primo momento dirottata da Aniello Gioiella, ma dall’Udc. Gioiella, invece, che ufficialmente dice di appartenere ancora a Fdi, praticamente sta facendo da pontiere con Paola Lanzara anche con altri candidati oltre la Sica. L’ex consigliere comunale di Fdi al quale non è andata giù la scelta del partito di indicare candidato sindaco Michele Salvati, sembra essersi legato al dito lo “sgarbo” e starebbe facendo di tutto per remare contro la lista di Salvati e dei suoi ex amici pur se lui stesso aveva partecipato a stendere le regole per la scelta del candidato migliore. L’ex consigliere comunale, al quale ultimamente hanno bruciato l’auto, è un imprenditore nel campo delle energie alternative e ecocompatibili e lavora anche in alcune province campane dal tessuto sociale difficile come Caserta. Sempre negli ultimi mesi Gioiella è stato rinviato a giudizio per una vicenda legata ad un appalto nella vicina San Valentino Torio ma non ha mai abbandonato la sua convinzione di essere il migliore candidato sindaco che il suo partito potesse esprimere e la scelta di Salvati non gli è stata affatto gradita nonostante a farla sia stato un suo amico di vecchia data, Massimo Barba.
Fatto sta che la scelta dell’Udc di proporre Maria Sica di fatto ridimensiona Gioiella ad un ruolo puramente di comparsa e completamente evanescente nella politica Sangiorgese. Due anni fa Gioiella raccolse circa 350 voti ed era l’unico esponente nella lista di Sammartino di Fdi. Ora sottraendo a quei 350 voti i consensi di Fdi, a meno di non voler pensare che Fdi conti zero spaccato, e una parte di voti dirottati su di lui da Andrea Donato, così come l’ex sindaco ha sempre affermato, Gioiella conterebbe davvero, si e no, una cinquantina di voti personali. Pochi, davvero troppo pochi, per giustificare ambizioni da candidato a primo cittadino. Sul fronte dei veri candidati a sindaco, non demorde Pina Esposito che sta lavorando senza clamori e in silenzio. Nella serata tra sabato e domenica ha tenuto un incontro con il professore Francesco Fasolino, ex direttore generale della Provincia, probabilmente per convincerlo a promuovere la sua lista di rinnovamento e di giovani.
Se il quadro rimarrà questo le liste in campo saranno sicuramente quattro con l’incognita dei cinque stelle che dovranno farsi riautorizzare la lista dalla sede centrale del Movimento se Angelo Capuano decidesse di dare forfait o di schierarsi con Paola Lanzara. Mai tanti candidati ma l’ultima settimana potrebbe essere quella decisiva per le alleanze e in campo le ipotesi sono molte: Donato-Esposito; Salvati-Esposito; Donato-Salvati. Oramai davvero è solo questione di ore per conoscere tutta la verità e poi fuoco alle polveri di una campagna elettorale che si preannuncia ricca di veleni e colpi di scena.