Dal mese di gennaio 2017 è stato registrato un aumento del 230% del numero di casi di morbillo in Italia.
ROMA. Secondo quanto reso noto dal Ministero della Salute, a fronte degli 844 casi di morbillo segnalati in tutto il 2016, dall’inizio dell’anno sono già stati registrati più di 700 casi. Nello stesso periodo lo scorso anno i casi erano stati appena 220, quindi l’incremento è stato quasi del triplo. Tali casi sono stati segnalati in Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana.
In Campania, diversamente dalle regioni citate, non si é verificato nessun aumento. Il Ministero della Salute consiglia ai genitori di prendere coscienza di questi dati e di provvedere alla vaccinazione dei propri figli. Infatti, in una nota, il Ministro Lorenzin spiega le motivazioni dell’aumento dei casi di morbillo: “É in gran parte dovuto al numero crescente di genitori che rifiutano la vaccinazione, nonostante le evidenze scientifiche consolidate e nonostante i provvedimenti di alcune regioni che tendono a migliorare le coperture, anche interagendo con le famiglie e i genitori“.
Dal ministero fanno sapere che ci sono stati diversi casi di trasmissione in ambito sanitario: coinvolti anche alcuni operatori sanitari. “Il morbillo continua a circolare nel nostro Paese a causa della presenza di sacche di popolazione suscettibile, non vaccinata o che non ha completato il ciclo vaccinale a 2 dosi. Il Ministero attiverà ogni possibile procedura per garantire la piena realizzazione degli obiettivi del recente Piano nazionale di prevenzione vaccinale e per riguadagnare rapidamente le coperture vaccinali che si sono abbassate pericolosamente nel corso degli ultimi anni. Nonostante il Piano di eliminazione del morbillo sia partito nel 2005 e la vaccinazione contro il morbillo sia tra quelle fortemente raccomandate e gratuite. È ora indispensabile – aggiunge il ministro – intervenire rapidamente con un impegno e una maggiore responsabilità a tutti i livelli, da parte di tutte le istituzioni e degli operatori sanitari, per rendere questa vaccinazione fruibile, aumentandone l’accettazione e la richiesta da parte della popolazione. Analogamente le amministrazioni regionali e delle aziende sanitarie, così come pediatri e medici di medicina generale devono promuovere una campagna di ulteriore responsabilizzazione da parte dei genitori e delle persone non immuni di tutte le età affinché non rinuncino a questa fondamentale opportunità di prevenire una malattia che può essere anche letale“.