L’inferno del rogo di via Laudisio: «Ecco come ho evitato che la tragedia si estendesse a tutto il palazzo»

Il racconto del pizzaiolo Giovanni Consiglio, tra i primi ad accorrere con un estintore all’interno dell’appartamento dove un incendio ha causato la morte di Adolfo Salvio.

SARNO. La tragedia di Sarno e la morte del povero Adolfo Salvio, 90 anni nel terribile incendio che ha sconvolto la città, nel pomeriggio sabato torna sotto i riflettori con il racconto di uno dei protagonisti delle operazioni di salvataggio della signora Anna e anche per sedare le fiamme. Un pomeriggio da incubo raccontato da uno degli eroi del caso, Giovanni Consiglio, pizzaiolo 42 anni, amministratore di una pizzeria nella frazione di Sarno, Episcopio G&G. Lui, ancora con le ferite alle mani e quasi con le lacrime agli occhi racconta il terribile pomeriggio di fuoco di via Laudisio.

E’ stato un pomeriggio da incubo – racconta Giovanni Consiglio – erano circa le ore 14:00 quando io mi trovavo lì in via Laudisio e mi stavo mettendo in macchina per andare ad aprire la pizzeria, all’improvviso ho sentito delle urla e una signora che scendeva dalle scale del palazzo e chiedeva aiuto. A quel punto sono immediatamente corso per capire che cosa stesse succedendo. Sono entrato nel palazzo ho visto fumo dappertutto, sono salito al primo piano c’era un’aria irrespirabile. Il fumo nero e denso, non si vedeva più niente, sono entrato nell’abitazione che poco prima era stata aperta da Claudio Pagano. Ho visto che la situazione era davvero brutta: fiamme altissime che arrivavano al soffitto, non si vedeva più niente, la cucina era avvolta dalle fiamme e il fumo nero non permetteva di vedere niente”.

Il pizzaiolo è arrivato un attimo dopo l’ex assessore Claudio Pagano, e mentre il primo si preoccupava della donna da salvare, il secondo si è impegnato a spegnere il fuoco. Infatti, quelle fiamme così alte, se fossero arrivate al gas di qualche bombola, potevano fa venire giù, addirittura, tutto il palazzo. Così, Consiglio: “A quel punto, vista la situazione, ho subito immediatamente chiesto aiuto alle persone vicine di chiamare il 118 e i vigili del fuoco e le forze dell’ordine. Nel frattempo io sono andato al panificio di via Laudisio. Ho preso degli estintori: devo dire che ho trovato una persona disponibile che si è messa subito a disposizione dandomi tutti gli estintori a sua disposizione, 4 – 5, per permetterci di effettuare lo spegnimento”. Consiglio racconta il suo gesto eroico come se fosse scontato: tornare indietro per spegnere le fiamme, buttarsi in un inferno di fuoco e fiamme, solo per verificare se ci fosse qualcun altro, per scoprire se ci fossero pericoli per il resto dei residenti del palazzo.

Un gesto eroico, dipinto con toni semplici: “Insieme a me c’erano, per caso, due persone di nazionalità marocchina che immediatamente si sono messi insieme a me a portare gli estintori sopra per permettermi di spegnere il fuoco. Ho consumato 4 – 5 estintori: non ricordo più ma so che ho fatto di tutto per spegnere il fuoco e per cercare di evitare una tragedia, che poteva essere ancora più grave. Finiti gli estintori io non riuscivo più a respirare. All’improvviso dal piano di sopra, la signora ha calato una pompa con l’acqua corrente, mi sono bagnato tutto per non sentire il calore e con la pompa con l’acqua finalmente sono riuscito definitivamente a spegnere il fuoco – spiega il giovane pizzaiolo – Alla fine, completamente intossicato, sono uscito fuori nel pianerottolo e devo dire grazie alla dottoressa Ester Squillante, che vive là ed è stata anche lei ferita in modo lieve.
La dottoressa mi ha immediatamente soccorso, facendomi inalare dello spray per farmi riprendere. Non mi ha lasciato un minuto nonostante la sua ferita, ma nel frattempo sono arrivati i soccorsi, l’ambulanza, i carabinieri, i vigili del fuoco”.

Insomma, Giovanni Consiglio spiega che è “stato un pomeriggio da incubo: mi hanno portato all’ospedale, dove sono stato per circa due ore, per curarmi le ferite alle mani e lì mi hanno dato anche una cura che devo fare per 20 giorni per disintossicarmi. La cosa che mi fa piacere sottolineare è che in quel momento, noi che ci siamo trovati ad essere come eroi per caso, eravamo una sola famiglia, tutti insieme per cercare di evitare una tragedia, che poteva essere di ancora più grandi dimensioni. Io, i due giovani marocchini e tutti quelli che hanno dato una mano per evitare un’ulteriore tragedia”.

Gabriele Musco – Le Cronache

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