In un manifesto la rabbia e le delusioni dei 350 dipendenti. L’azienda è stata cancellata dal registro delle imprese.
Clima surreale quello che avvolge la struttura di Villa Alba di Cava de’Tirreni, compresa nel patrimonio immobiliare della Silba SpA società che gestisce altri due centri di riabilitazione situati nel Comune di Roccapiemonte. Le proteste dei giorni scorsi, che hanno toccato anche Napoli e l’ospedale Loreto Mare dove nel ruolo di primario lavora un socio appartenente alla cordata accusata della messa in liquidazione della società e quindi della relativa perdita di trecentocinquanta posti di lavoro nonché al trasferimento di cinquecento disabili in altre strutture, hanno lasciato il posto ad un assordante silenzio che mesto.
I dipendenti regolarmente hanno ripreso le proprieattività,mai interrotte nonostante il clima pesante dei giorni passati, ed hanno trasferito il malumore su carta, tappezzando tutta la zona limitrofa a via Pasquale Atenolfi dove è sita la struttura. “Dalle varie vicende che si sono succedute in questi giorni che hanno portato alla cancellazione dal registro delle imprese della silba spa ed alla futura liquidazione societaria, cinquecento disabili sono in procinto di trasferimento in altre struture e 350 dipendenti rischiano quasi inevitabilmente il licenziamento. – Si legge nella nota -‘’quasi inevitabilmente’’ in quanto tutto e’ legato alla coscienza del gruppo ‘’De Falco-Masola’’ che non ha mai presenziato alle assemblee societarie e dalle convocazioni istituzionali dinanzi ai sindaci di Roccapiemonte e Cava de’ Tirreni, mantenendo di fatto le tre strutture di Villa Alba, Villa Silvia e G.F. Montesano ed gli amministratori di giura sotto ricatto e probabile estorsione, in merito alla quale si presume sia scattata denuncia presso la Procura della repubblica di Salerno.
I dipendenti tutti di Villa Alba prendono distanza dalle beghe e dai capricci societari del gruppo De Falco – Masola che con molta probabilita’ invidia i risanamenti dei di giura, non potendo piu’ praticare il ‘’mangia mangia’’ come fino al 2014 hanno fatto, lottiamo semplicemente per il posto di lavoro, ad oggi conservato e non tutelato nemmeno da alcuni sindacati che per partigianeria disertano alle proteste. E’ una vergogna. E’ a rischio il nostro futuro e nessuno se ne frega. L’unico in grado di risolvere la situazione e’ il governatore De Luca dato lo scarso impegno degli enti locali di riferimento.
Dalla compagine silenziosa però si riesce a ricavare una sola dichiarazione, quella di Gennaro Masullo che tiene a smentire quanto dichiarato dal primario Fabrizio Antonio de Falco, titolare del 5% delle quote societarie, su un noto quotidiano nazionale dove fa sapere che le strutture per lo stesso, sono solo una eredità di famiglia: « io sottoscritto Gennaro Masullo infermiere dipendente del gruppo Silba, tengo a sostenere che piu’ volte sono stato accompagnatore del dottore ad espletare compiti medici nelle sue proprie strutture ovvero corsi di formazione al personale, corsi di ecm ed alcune volte consulenze mediche» … evidentemente nella dichiarazione dal dottore, alla parola eredità è stato mancato l’aggettivo di fruttuosa, al contempo però la voce ‘’Silba spa’’ non è presente più all’interno del registro delle imprese da venerdì mattina e giorno 6 marzo i libri contabili saranno presentati, irrimediabilmente, altribunale delle imprese di napoli. il manichino impiccato all’insegna della struttura ancora ad imperitura memoria, ondeggia.
Adriano Rescigno – Le Cronache