I fornitori tra Boscoreale-Pompei-Torre Annunziata, come quella fornita dal pompeiano “Pascal ‘o chiatt”. Il tutto ruotava attorno all’“Hair Coffee”. Pene più severe ad Antonio Benvenuto e Gennaro Scirgolea a 4 anni e sei mesi.
CAVA DE’ TIRRENI. Nascondevano cocaina, hashish e marijuana, perfino nelle tazzine del caffè. Condannati i pusher cavesi arrestati nel febbraio dello scorso anno. Ieri mattina il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Nocera Inferiore ha condannato: Gennaro Scirgolea, difeso da Maria Rispoli e Antonio Benvenuto alle pena di 4 anni e sei mesi di reclusione ed ad una multa di 24mila euro.
Tre anni e due mesi ed una multa di 18mila euro sono stati inflitti a Debora Abbamonte, Carmela Bisogno, Domenico Caputano, Umberto della Corte, difeso da Franco Esposito, Raffaele De Martino, difeso da Antonietta Raimondi, Pasquale Giuliano, Maria Elena Dominique Guidotti di Montegualtieri, Carlo Lamberti, Claudio Mazzotta, Carmine Medolla, Arianna Villani, difesa Bernardina Russo. In due hanno scelto il rito abbreviato si tratta di Fabrizio Milite e Trabucco. Per Antonio Benvenuto, Domenico Caputano e Raffaele De Martino è stata anche confermata la custodia cautelare.
Il sodalizio era dedito allo spaccio nel pieno centro di Cava de’ Tirreni. In particolare il tutto ruotava, in parte, attorno all’“Hair Coffee” in via Montefusco, alle spalle delle Poste centrali e a due passi dai portici luogo della movida cavese. Grazie ad un’inchiesta coordinata dal pm Giuseppe Cacciapuoti della procura di Nocera Inferiore e alle indagini dei carabinieri della tenenza cavese, agli ordini del tenente Vincenzo Tatarella, nel febbraio dello scorso anno furono state eseguite 13 ordinanze di custodia cautelare.
Due i gruppi distinti in altrettanti capi di imputazione. Il primo gruppo, che avrebbe detenuto e ceduto cocaina, hashish e marijuana a numerosi tossicodipendenti cavesi, di Vietri sul Mare e della Costiera amalfitana, ruotava attorno all’“Hair Coffee”, del quale sono titolari Benvenuto e Medolla, ma agivano nei pressi anche Caputano e De Martino.
Un’altra attività di spaccio avrebbe fatto capo a Carlo Lamberti e diverso da quello riconducibile a Caputano e Benevento. Lamberti avrebbe operato anche in Veneto, dove si era recato per motivi di lavoro, ma telefonicamente teneva i contatti e indirizzava Trabucco, Milite, Mazzotta, Della Corte e Bisogno sul come approvvigionarsi presso terzi della droga da spacciare a Cava de’ Tirreni. A fornire la droga erano fornitori della zona di Boscoreale-Pompei-Torre Annunziata, come quella fornita dal pompeiano “Pascal ‘o chiatt”.
Il giro attorno all’”Hair Cafè” era di notevoli dimensioni, tanto da suscitare le ire degli abitanti della zona, che assistevano a viavai di giovani fino alle 3 di notte che acquistavano stupefacenti di ogni genere che poi consumavano sotto i portici o nelle zone limitrofe.
Le indagini dei carabinieri sono proseguite per mesi ed hanno ripreso una serie di consumatori, la maggior parte dei quali hanno avuto la spudoratezza di negare anche di aver acquistato droga dai venditori, finendo così, più o meno inconsapevolmente, nei guai.
L’indagine non è ancora chiusa e per il momento proseguono soprattutto nella direzione di scoprire altri pusher.