La Regione ha speso circa 180 mila euro ma se si chiama a telefono risponde solo un’operatrice di Angri: le altri due sedi sono chiuse. I servizi descritti nel progetto “Protezione donna” non funzionano o non sono disponibili o non sono fruibili dopo pochi mesi di attività.
Centri antiviolenza “fantasma” a Sarno, Angri e Roccapiemonte: il servizio inaugurato pochi mesi fa a Sarno e Roccapiemonte, già non funziona più e servizi descritti sul sito istituzionale del progetto “Protezione donna”, non funzionano o non sono disponibili né fruibili. Ma procediamo con ordine.
Alla fine del 2015, inizio 2016, la Regione Campania eroga il finanziamento di 180 mila euro circa per l’ambito s1 per istituire dei centri antiviolenza ad Angri, Sarno e Roccapiemonte. Viene scelto del personale, una società di comunicazione-grafica e comprati arredi, vengono anche pagate linee telefoniche e numeri da attivare per aiutare le donne vittime di violenza. Poi è il momento di tagliare il nastro. Il racconto inizia con la “fiaba” e comincia in un giorno particolare, il primo di aprile.
Un giorno meglio noto nella tradizione popolare come “pesce d’Aprile”. Il primo aprile 2016 nell’aula Consiliare del comune di Sarno si affronta un’importante tematica, la violenza sulle donne e lo si fa attraverso un importante convegno chiamato “Libere di essere, libere di vivere”: in questo importante convegno viene anche tagliato il nastro per lo sportello antiviolenza che si apre nel municipio di Sarno. Lo sportello, creato nell’ambito del progetto “Protezione Donna”, è promosso dal Piano di Zona – ambito S1 e finanziato dalla Regione Campania. Lo scopo è prevenire e contrastare la violenza, in attuazione della legge regionale 2 del 2011.
Al convegno partecipano personalità di spicco: Maria Rosaria Aliberti presidente del Consiglio Comunale e referente locale del progetto “Protezione Donna”; Giuseppe Canfora Sindaco di Sarno e Presidente della Provincia di Salerno; Vincenzo Salerno, Assessore politiche sociali al comune di Sarno; Maria Bellomo, presidente Commissioni Politiche Sociali comune Sarno; Maddalena Di Somma Coordinatrice Piano di Zona S1; Anna Malinconico, Coordinatrice progetto “Protezione Donna”; Fiordelisa Leone, Consigliera di Parità Provincia di Salerno; Alba De Felice Avvocato familiarista; Rosa Esposito, responsabile centro antiviolenza di genere AOU S. Giovanni e Ruggi – Referente Ministero Regione Campania; Michela Rostan, Commissione Giustizia Bicamerale di inchiesta sulle Ecomafie; Amedeo Sessa, Procuratore della Repubblica Tribunale Nocera Inferiore; Chiara Marciani Assessore Regionale alle pari opportunità. Personalità di rilievo nell’ambito, comunale, provinciale e regionale che hanno fortemente voluto questo sportello e si sono attivate perché esso potesse nascere, intanto, durante il convegno importante si sono tessute le lodi dell’uno e dell’altro dei relatori presenti, tra applausi e sorrisi soddisfatti.
La stessa coordinatrice, Maddalena Di Somma durante un’ intervista auspica che questo sportello di Sarno così come quello di Roccapiemonte, possa essere “punto di riferimento per tante donne che oggi continuano a subire violenza nel silenzio e nella paura”- e continua –“ il nostro obiettivo è fornire opportunità di riscatto a tutte quelle donne che oggi pensano di essere sole, fornendo loro un aiuto concreto ed un supporto morale, attraverso le strutture e gli operatori”.
Ecco un passo importante in una realtà territoriale in cui, pur essendoci tanti giovani attivi sul territorio a livello sociale, e pur avendo tanti giovani istruiti, si tratta pur sempre di una realtà dove esiste ancora una cultura di base particolarmente radicata il cui pensiero è la disparità di genere, la disuguaglianza. Così la fiaba continua e Maria Rosaria Aliberti, Presidente del consiglio comunale e referente del progetto per il Comune di Sarno: “la violenza sulle donne è diffusa in tutte le classi sociali…. È importante far capire alle donne che non sono sole e che possono affidarsi con fiducia ai centri antiviolenza. È questa l’essenza dello sportello antiviolenza “Protezione Donna” fortemente voluto dall’intera amministrazione che mi onoro di rappresentare: un universo di attività e competenze impegnate a condurre chi ha subito violenza verso la scoperta della propria identità, del proprio valore per ritrovare il desiderio di un nuovo progetto di vita”.
Dopo appena otto mesi e 180mila euro, a dicembre lo sportello di Sarno, così come quello di Roccapiemonte, sono chiusi.
A gennaio, restano solo le liquidazioni a società e personale. Una volontaria di PuntoAgroNews, contatta direttamente il numero (un telefono cellulare ed uno fisso – non istituzionale né verde – a cui non è facile ottenere una risposta) presente sul sito di “Protezione donna” e la risposta è immediata: lo sportello a Sarno non c’è più, nemmeno quello a Roccapiemonte.
E’ la stessa ragazza a raccontare: “Chiamo di mattina, sul numero fisso nessuna risposta, chiamo il mobile per le emergenze e con mio grande stupore mi rispondono. Mi faccio dare un appuntamento e quando le chiedo di spiegarmi precisamente dove si trovano mi dà il recapito della sede principale di Angri. Al che io le dico in tutta franchezza che ero convinta di parlare ad un’operatrice dello sportello di Sarno. La giovane donna, che percepisco in serio imbarazzo, mi dice: ‘mi dispiace! noi siamo la sede principale di protezione donna, è vero c’erano gli sportelli satellite a Roccapiemonte e a Sarno, ma non funzionano più’” racconta.
A non essere fruibile né trovabile è anche l’App “Protezione donna”, citata sul sito come un mezzo per informare su tutti i servizi dello sportello antiviolenza.
Che fine ha fatto questo servizio?
A dire il vero, “Protezione donna” era un servizio avviato in fase sperimentale per 11 mesi circa, ma, finito quel momento, dei 180mila euro investiti dalla Regione, cosa ne è rimasto?
Forse tagliando il nastro dell’inaugurazione, le forbici sono sfuggite e si è tagliato anche il servizio?
La chiusura senza preavviso degli “inaugurati” sportelli antiviolenza, è stato l’ennesimo pugno in faccia alle donne maltrattate.