La sezione locale del movimento del panda lancia l’allarme e invita i sindaci della costiera a riproporre i divieti.
Il presidente Claudio d’Esposito: «Sarebbe un segno di civiltà. Riceviamo sempre più segnalazioni. Grave la qualità dell’aria per i veleni nocivi prodotti»
Ogni anno in Italia almeno 5000 animali muoiono per lo spavento. L’80% sono esemplari selvatici, anche rari.
Ogni anno sono sempre di più i sindaci delle città che cercano di contrastare i botti di capodanno, con apposite ordinanze che bandiscono questa pericolosa usanza per privilegiare la sicurezza della città e dare un chiaro segnale di attenzione verso il mondo degli animali. Nelle ordinanze si vieta «l’accensione ed i lanci di fuochi d’artificio, lo sparo di petardi, lo scoppio di mortaretti, razzi ed altri artifici pirotecnici in tutte le vie, piazze o aree pubbliche dove transitano o siano presenti delle persone» in considerazione degli «oggettivi pericoli per le persone, dei rumori molesti causa di disagio e oggetto di lamentele da parte di molti cittadini e del fatto che botti, petardi e fuochi sono causa di stress, morte, ferimenti e traumi per cani, gatti, animali domestici ed uccelli».
A questo trand chiede che si adeguino anche i comuni costieri: questo chiede il Wwf Terre del Tirreno. «Ora tocca ai sindaci della penisola sorrentina (Sorrento in primis) – dichiara il presidente Claudio d’Esposito – dare un segno di civiltà. Un numero sempre crescente di persone ci segnala ogni anno i gravi disagi e le sofferenze patite dai loro animali, che al rumore dei fuochi di capodanno impazziscono e corrono il rischio di subire gravi conseguenze.
I fuochi artificiali sono infatti causa di morte, ferimenti e traumi per animali domestici e selvatici. Masebbene in molti oramai sanno che l’esplosione dei botti produce effetti collaterali agli animali, e anche agli umani, tuttavia in pochi vogliono rinunciare a questa biasimevole tradizione.
Ma c’è dell’altro che in tanti ancora ignorano: la quantità di veleni diffusi nell’aria dall’esplosione di fuochi è particolarmente nociva, contenendo valori non trascurabili di potassio, stronzio, bario, magnesio, alluminio, zolfo, titanio, manganese, rame, cromo e piombo.
Alcuni studi provano come la notte di capodanno si registri un inquinamento dell’aria, con particolare riferimento alle polveri sottili, superiore a quello dell’attività di un anno di numerosi inceneritori!
Il danno è amplificato proprio dalla simultaneità dell’evento, quando l’intero territorio è “bersagliato” da esplosioni pirotecniche. Ci sono tradizioni che è giusto conservare, altre sulle quali è preferibile far cadere l’oblio. Sappiamo che serve coraggio, ma bisogna iniziare a dare l’esempio. Proviamo a sostituire i botti con delle più poetiche e pacifiche lanterne a cui affidare i propri desideri e gli auspici per l’anno che sta per cominciare e, magari, devolviamo in beneficienza e alle associazioni i soldi risparmiati.
L’ultimo giorno dell’anno potrà di sicuro essere rallegrato da spettacoli dal vivo e buona musica… ma niente botti!».
Si stima che ogni anno in Italia almeno 5000 animali muoiano a causa dei botti di fine anno. Di questi circa l’80% sono animali selvatici, soprattutto uccelli, tra i quali non mancano casi di rapaci, che spaventati perdono il senso dell’orientamento ed effettuano una fuga istintiva rischiando di colpire un ostacolo a causa della scarsa visibilità.
Altri abbandonano il loro dormitorio invernale vagano al buio alla cieca anche per chilometri, e non trovando altro rifugio muoiono per il freddo a causa dell’improvviso dispendio energetico a cui sono costretti in una stagione già di per sé non generosa.