Il patron della Quiete: “Bisognerebbe mettere in evidenza le responsabilità del Dirigente del dipartimento salute mentale”
Sulla vicenda di Villa Chiarugi ci scrive il patron della Quiete Leonardo Calabrese. Che fa delle precisazioni ma aggiunge anche una nota interessante.
LEGGIAMO:
“Non capisco le motivazioni per le quali il Suo giornale – nella vicenda relativa a “Villa Chiarugi“- ha ritenuto di pubblicare la mia fotografia e non quella dei proprietari della struttura sanitaria oggetto di indagini.
Le voglio precisare, inoltre, che l’ipotesi di scambio di pazienti non è mai stata oggetto di alcuna trattativa con la proprietà di “Villa Chiarugi“. Anche perché lo scambio non sarebbe stato possibile in quanto noi e soltanto noi sull’intero territorio regionale abbiamo sempre applicato ed applichiamo il c.d. “filtro” dei ricoveri che viene effettuato dai funzionari del Dipartimento di Salute Mentale i quali, da sempre, non solo autorizzano i ricoveri che vengono effettuati a “La Quiete“, ma ne dispongono la durata e la data delle dimissioni.
Si è trattato, pertanto, di un “pourparfer” tra dipendenti, come risulta evidente da quanto riportato nel Suo giornale, in quinta pagina.
Poiché i lettori potrebbero essere indotti in errore, La prego di voler chiarire, con il medesimo risalto, la situazione che Le ho appena descritto. Anche perché i fatti riportati dal Suo giornale rispondono a verità e non si evidenzia da nessuna parte che io abbia calunniato “Villa Chiarugi“.
Le fotografie dei pazienti ed i dettagli della loro gestione, che il Suo giornale ha pubblicato stamattina, sono devastanti per l’intera psichiatria. Il fatto, poi, che l’indagine sia stata archiviata ha poco rilievo, in quanto le responsabilità penali sono personali. Sarebbe stato opportuno che il Suo giornale evidenziasse le responsabilità amministrative del dirigente del Dipartimento di Salute Mentale che, per quanto mi risulta, non ha adottato alcun provvedimento ed ha fatto pagare con inquietante solerzia gli interi importi fatturati.
Si tratta di una responsabilità contabile – non prescritta – che certamente non passerebbe inosservata alla Corte dei Conti, ove venisse informata di quanto accaduto.
LA RISPOSTA:
Sarò breve: la sua foto è stata inserita solo perchè si parlava della sua denuncia, riferita, come ha scritto, a quanto verificatosi tra alcuni dipendenti di Villa Chiarugi e i suoi. Mai scritto di rapporti con i vertici della struttura. Ci fa piacere, caro avvocato, che Lei scrive che i fatti da noi raccontati corrispondono al vero. E come presumo dalla sua garbata lettera, il nostro interrogativo su una possibile calunnia da parte sua non esiste. Così ha risposto alla nostra domanda. E di conseguenza ci farebbe piacere sapere che fine ha fatto la Sua denuncia.
Naturalmente raccogliamo la Sua indicazione per verificare l’eventuale responsabilità contabile del dirigente del Dipartimento di Salute mentale.
E vediamo, così, se interviene la Corte dei Conti.
Le Cronache