È stato pubblicato dall’Agenzia europea per l’ambiente (Eea), il rapporto “Qualità dell’aria in Europa 2016”. Lo smog è il principale nemico per la salute dei cittadini europei, in particolar per quelli che vivono nelle aree urbane. Dal 2000 al 2014 sono 476mila le morti premature in 41 paesi europei a causa dell’inquinamento atmosferico. Gas serra, inquinamento industriale, trasporto su gomma, agricoltura: queste le principali fonti che aumentano il rischio salute per la popolazione.
Eppure, l’UE avrebbe dovuto destinare il 20% dei bilanci 2014-2020 all’azione per il clima, un target che probabilmente non si riuscirà a raggiungere. Inoltre, diversi sono gli accordi internazionali, l’ultimo è quello di COP22 a Marrakech, dove si spera di chiudere positivamente per il futuro. Ma il disaccordo non manca, specie in agricoltura. Come riporta il Fatto Alimentare, secondo il giornale francese Libération, avrebbe pesato la solita spaccatura tra Paesi sviluppati ed emergenti (le nazioni del G77 e la Cina): i primi spingevano per mitigare l’impatto inquinante del settore, mentre le economie più legate all’agricoltura intensiva e alle monocolture da esportazione (come Argentina, India, Brasile) hanno mostrato una posizione molto meno favorevole in merito. Ricordiamoci che l’agricoltura è l’agnello sacrificale dei cambiamenti climatici.
Pochi sono i paesi che hanno aggiornato il proprio piano sul clima: per il 2050, la Germania ha fissato la riduzione dei gas serra tra l’80% e il 95% rispetto al 1990, mentre gli Usa ed il Canada promettono tagli sui livelli di inquinamento dell’80% rispetto al 2005. Infine, pochi, davvero pochi i fondi stanziati per il il clima del nostro pianeta.
gc