La Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Salerno ha effettuato un maxi sequestro di immobili all’interno di una importante struttura turistica della costiera cilentana.
L’operazione si è svolta nell’ambito dei controlli finalizzati alla tutela dell’ambiente ed alla salvaguardia del demanio e delle entrate dello Stato, disposti dal Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Napoli.
I finanzieri del Reparto navale salernitano, con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Paesaggistici di Salerno e dei militari della Brigata della Guardia di Finanza di M. Casal Velino, hanno operato un accurato controllo alla struttura turistica, rinvenendo numerose irregolarità costituenti reato: infatti, è stato posto sotto sequestro un cantiere edile con lavori in corso per la realizzazione di una struttura di 300 metri quadri in assenza dei necessari titoli autorizzativi.
Ma le violazioni maggiormente significative sono state riscontrate su di un’area di oltre 30.000 metri quadrati, nella quale erano sistemati tre lotti di unità abitative destinate ad ospitare i turisti durante la stagione estiva.
Le unità erano state sistemate dichiarandone la natura di “case mobili”, ossia strutture in grado di essere rimosse in ogni momento dalle piazzole, lasciando liberi gli spazi occupati.
Lo scopo per cui le unità sono realizzate in questo modo è quello di aggirare le norme che impongono il rilascio dei titoli previsti per l’edificazione, poiché la legislazione regionale consente, per l’appunto all’interno dei villaggi turistici, l’allestimento di un certo numero di cosiddette “case mobili”.
Nel caso di specie, le unità abitative di “mobile” avevano ben poco: si trattava di strutture dotate tutte di stabile allacciamento ad impianti idrici, fognari e di alimentazione del gas; molte di esse, inoltre, erano circoscritte o annesse ad opere murarie stabili o tali da dover essere necessariamente demolite per poter provvedere alla movimentazione delle “case”, o addirittura realizzate interamente in muratura.
Unica caratteristica, che avrebbe dovuto far ritenere i moduli case mobili, era la presenza al di sotto di essi, di due minuscoli ruotini, il cui stato di evidente usura appariva tale da lasciare pochi dubbi sull’inidoneità degli stessi a garantire l’effettiva mobilità delle strutture.
In buona sostanza: fatta la legge, trovato l’inganno! La presenza dei dispositivi di rotazione, di cui peraltro non erano muniti tutti i moduli abitativi descritti, costituiva il chiaro ed evidente stratagemma per poter eludere la vigente normativa, realizzando delle strutture a tutti gli effetti stabili, senza munirsi dei prescritti titoli abilitativi, di cui al D.P.R. 6 giugno 2001, n.380.
Al termine dei controlli, i finanzieri hanno posto sotto sequestro 95 unità abitative ed i 30.000 metri quadrati di area sui quali gli stessi erano sistemati, nonché il cantiere edile abusivo. Parte delle strutture, per altro, risultavano realizzate anche in occupazione di territorio demaniale, nonché di altre proprietà private. Per tali illecite occupazioni e per tutti gli altri reati riscontrati, è stato deferito all’Autorità Giudiziaria l’amministratore unico della società proprietaria della struttura.
Tutta l’operazione si è svolta sotto lo stretto coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania.
La finalità dei controlli è quella di garantire il rispetto delle norme che regolano la gestione degli spazi demaniali, degli arenili e delle coste in genere, in un contesto ambientale, quale quello della costiera cilentana, di altissimo pregio e valore sia ambientale che paesaggistico. Infatti, l’intero territorio del Comune di Ascea è stato dichiarato di notevole interesse pubblico con appositi decreti ministeriali; è facile comprendere, quindi, quale danno possa derivare da abusi edilizi perpetrati in una zona di tale dichiarata bellezza, dichiarata patrimonio Mondiale dell’”UNESCO”.