«Io non ho sparato a nessuno. Ho timore per me e i miei»

NOCERA INFERIORE. Si presenta al pm Giuseppe Caccaipuoti e poi alla polizia: Marco Iannone teme per la sua vita e per quella della sua famiglia. Il 33enne nocerino, ieri mattina, dopo aver trascorso un periodo di irreperibile, si è presentato al pubblico ministero che indaga , assieme a polizia e carabinieri, sui quattro agguati dei inizio mese tra Piedimonte e Casale Nuovo. Iannone è contemporaneamente vittima di un tentato omicidio ai suoi danni domenica sera ed è indagato per il tentato omicidio di Ciro Rosario Terracciano il giorno successivo (il 24enne napoletano sarà poi arrestato il giorno successivo per possesso armi) e per il duplice tentato omicidio dei fratelli Antonio e Marco De Napoli.

Iannone è stato ascoltato, alla presenza del suo legale, l’avvocato Mario Gallo, dal sostituto commissario Attilio Iannone al quale avrebbe riferito i timori per la sua vita e quella dei suoi familiari. Il 33enne nocerino ha ricordato che domenica 4 settembre scorso, davanti all’ingresso del parco giochi di via Filangieri, vicino alle palazzine Iacp di Cupa del Serio, avrebbe atteso una persona sarebbe stato avvicinato da due uomini a bordo di uno scooter con il volto coperto da casco che avrebbero detto: «Cca cumanname nuje» (qui comandiamo noi) e gli avrebbero sparato tre colpi di pistola, di cui due andati a segno (con uno che è entrato e uscito dalla gamba).

Da qui la sua paura e l’allontanamento, forse fuori regione. Gli inquirenti ritengono, in queste prime indagini, che lunedì, in risposta all’agguato a suo carico, Iannone avrebbe o avrebbe fatto sparare tentando anche l’omicidio di Terracciono e forse di altri davanti al circolo in via Luciano Gambardella a Casale Nuovo. A questo punto sarebbe seguita la contro risposta dei nove colpi di pistola sparati contro il 28enne Mario Sarno, cugino di Iannone, in via Urbulana 10 a Piedimonte. Da qui l’azione in risposta con l’agguato ai fratelli Antonio e Marco De Napoli in via Filangieri, nelle palazzine di via Cupa Del Serio.

Iannone, secondo le prime risultanze avrebbe tentato il duplice omicidio direttamente o tramite altre persone prima contro uno dei due fratelli (pare Marco) pur volendo cercare Antonio e avrebbe cominciato a sparare senza colpire il bersaglio. L’attentatore sarebbe salito sopra e avrebbe cercato di entrare in casa dei De Napoli, senza riuscirvi per la tempestiva reazione di una persona all’interno dell’appartamento. Insomma un botta e risposta tra due gruppi di fuoco: Una ricostruzione che Iannone ha negato davanti alla polizia, anche se si fonda anche con la presenza di Terracciano, il giorno dopo (martedì mattina) quando fu arrestato perché armato di pistola calibro 9 con il colpo in canna, mentre, stava parlando con due persone, proprio davanti al circolo di via Gambardella. Ecco perché gli inquirenti si stanno concentrando anche sulla ruolo del 24enne napoletano.

Per ora Antonio De Napoli, per un aggravamento della misura cautelare, come deciso dal tribunale del Riesame, si trova in carcere, dopo essersi presentato ai carabinieri, successivamente agli agguati. Una decisione, però, che potrebbe essere stata adottata anche per calare la tensione visto quello che sta accadendo in città e soprattutto lunedì 5 settembre. Per ora, grazie anche alle perquisizioni e ai posti di blocco in vari punti in città, la situazione sembra tranquilla e questo fa ben sperare che non si ripetano altri agguati.
Certo è che non è ammissibile che la “pax” sia determinata da un accordo tra malavitosi come alcuni sembrano ritenere e quindi si spera che nei prossimi giorni arrivi la risposta definitiva dello stato per capire esattamente tra chi si è generata questa guerra, chi sono i capi di questi traffici e chi tenta di voler imporre il suo predominio in città.

Gianfranco Pecoraro – Le Cronache
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