Pagani. Giuseppe Barone Presidente dell’Associazione Nazionale No AIDS Multisettoriale Onlus,
CHIEDO: a Codesta amministrazione, i documenti in epigrafe indicati, per le ragioni che di seguito si rappresentano, confidando, ai fini del buon esito della presente, nella reciproca collaborazione.
Premesso che:
• il Safe Drinking Water Committee della National Academy of Sciences statunitense ha stimato, basandosi su studi tossicologici in vivo, un rischio tumorale per l’uomo associato a consumo di acque potabili nell’ordine di 1 caso addizionale di tumore gastrointestinale ogni 100.000 abitanti che abbiano ingerito per 70 anni di vita acque con concentrazioni di amianto di 100000 – 200000 fibre per litro;
• fino all’entrata in vigore della legge 257/1992 e al superamento del periodo transitorio di tale legge (28 aprile 1994) era possibile costruire tubazioni in cemento amianto per l’adduzione di acque potabili;
• che la circolare del Ministero della Sanità n. 42 dell’1/7/86 pubblicata sulla G.U. n. 157 del 9/7/1986 indica un valore limite del parametro I.A. (indice di aggressività) delle acque potabili, il cui valore dipende dal ph, dell’alcalinità e della durezza, superato il quale vi è la possibilità di rilascio, all’interno delle tubazioni contente amianto, di fibre potenzialmente pericolose per la salute umana;
• che l’allegato 3 del Decreto del Ministero della Sanità del 14/05/1996 recita testualmente che:
• “L’utilizzazione di acque contaminate potrebbe essere anche causa dell’aumento della concentrazione di fibre di amianto aerodisperse. È stato riportato infatti (dati di provenienza USA) che l’uso di acque con elevata contaminazione di amianto (20×106 fibre/litro) può incrementare anche di 5 volte rispetto al livello di fondo, i livelli di fibre aerodisperse all’interno delle abitazioni servite da tali acque”;
• “In ambito nazionale non sono state svolte indagini sistematiche ad ampio raggio sulla contaminazione da amianto delle acque potabili; tuttavia, i risultati ottenuti nel corso degli ultimi anni dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con 7 Regioni, pur evidenziando che il fenomeno della contaminazione da amianto delle acque potabili esiste anche in Italia……OMISSIS”;
• “il rilascio di fibre da tubazioni o cassoni in cemento-amianto dipende dalla solubilizzazione della matrice cementizia, dovuta soprattutto alla sottrazione di ioni calcio; in tale situazione le fibre possono essere liberate e cedute all’acqua. Il rilascio di fibre è causato perciò essenzialmente dalla natura dell’acqua condottata e in particolare dalla sua aggressività, che è funzione del pH, dell’alcanilità totale e della durezza calcica. Il rilascio di fibre dalle tubature è influenzato inoltre da altri fattori quali la temperatura, l’ossigeno disciolto, il contenuto di solidi sospesi, la turbolenza e la velocità dell’acqua. Nella Circolare del Ministero della Sanità n. 42 dell’1/7/86 pubblicata sulla G.U. n. 157 del 9/7/1986 è suggerito un indice di aggressività dell’acqua da usare come riferimento per l’individuazione delle situazioni in cui potrebbe aversi rilascio di fibre dalle tubazioni in cemento-amianto”;
• “sotto il profilo dell’opportunità, l’impiego, anche ai soli fini di manutenzione, di prodotti contenenti amianto dovrebbe essere, con il passare del tempo, sempre più limitato, in coerenza con l’intento del legislatore di assicurare una progressiva eliminazione dei materiali potenzialmente pericolosi per la salute pubblica”;
• “si richiama la necessità di valutare il reale stato di conservazione dei manufatti in oggetto (degrado del cemento-amianto, danni alla superficie dei cassoni, danni alle tubazioni, frattura della matrice cementizia, in conseguenza dei quali si potrebbe avere una cessione di fibre di amianto all’acqua) per decidere sulla opportunità della loro sostituzione. In proposito si richiama l’attenzione delle Competenti Amministrazioni sulla esigenza di programmare in tempi rapidi la progressiva e sistematica eliminazione delle tubazioni e dei cassoni di deposito di acque, via via che lo stato di manutenzione degli stessi e le circostanze legate ai vari interventi da effettuarsi diano l’occasione per tale dismissione”;
• che come riporta uno studio della Regione Toscana effettuato dagli eminenti ricercatori scientifici G. Fornaciai, M. Cherubini, e F. Mantelli ( Istituto di Medicina del Lavoro dell’Università di Padova- Unità Ospedaliera di Medicina del Lavoro, presidio Ospedaliero Cremonese ULSS N.51 , Cremona) “le fibre di amianto direttamente ingerite oppure inalate e, quindi, in parte inghiottite, raggiungerebbero gli organi dell’apparato gastroenterico e, penetrandone la parete, svolgerebbero la loro attività cancerogena risiedendo in loco per decine di anni, così come avviene nel tessuto polmonare” ( studio indicato anche in una mozione comunale approvata dal consiglio comunale di Reggio Emilia nel 2011);
• che uno studio denominato “Who Asbestos and other natural mineral fibres. Environmental Health Criteria, anno 1986, pag. 53” richiamato da una mozione sul tema approvata dal consiglio comunale di Reggio Emilia nel 2011 afferma che “vi è incertezza sulla cancerogene rispetto all’amianto ingerito con l’acqua, ma è altrettanto veritiero che non esistono studi sufficienti che escludano con certezza l’insorgenza di tumori maligni” e che “ è accertato che nel momento in cui si utilizza l’acqua, contenente fibre di amianto, per l’igiene della casa, l’evaporazione dell’acqua libera fibre di amianto con la conseguenza che l’inalazione delle stesse diviene dannosa per la salute”;
• che, nonostante l’assenza di dati certi sulla pericolosità dell’ingestione delle fibre d’amianto, esiste in giurisprudenza il principio di precauzione che si applica non già a pericoli identificati, ma a pericoli potenziali di cui non si ha ancora conoscenza certa.
Si rende necessario l’accesso agli atti richiesti ai sensi della L. 241/1990 e ss.mm.ii. Tutto ciò premesso, ritenuto opportuno acquisire una maggiore e più completa cognizione dei seguenti atti da codesto ente, che siano in grado di dare le più complete informazioni ai seguenti quesiti:
• se è stato valutato il reale stato di manutenzione delle tubazioni in cemento amianto facenti parte della rete dell’acqua potabile del comune di PAGANI per decidere dell’opportunità della loro sostituzione;
• se è stata programmata la progressiva e sistematica eliminazione delle tubazioni stesse, via via che lo stato di manutenzione e le circostanze legate ai vari interventi da effettuarsi diano l’occasione per la loro dismissione;
• se esiste un piano di controllo delle acque in relazione all’Indice di Aggressività richiamata dalla circolare 1/7/1986 n.42 del Ministero della Sanità e in relazione al numero di fibre presenti nelle acque;
• se esistono documenti comprovanti i valori recenti delle misurazioni di cui al punto 4;
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Lo scrivente, confidando nella leale cooperazione codificata come principio normativo dall’art. 22 della l. 241/1990, chiede a Codesta Amministrazione di avere informazioni aggiornate in merito alle circostanze riportate in premessa e, ai sensi e per gli effetti della L. 7 agosto 1990 n. 241 e ss.mm.ii e del d.lgs 14 marzo 2013, n. 33, di poter accedere ed estrarre copia dei seguenti documenti amministrativi:
• documentazione comprovante lo stato di manutenzione delle suddette tubazioni;
• gli atti prodotti da codesta Amministrazione in merito alla programmazione di dismissione delle tubazioni;
• piano di controllo delle acque in relazione all’Indice di Aggressività richiamata dalla circolare 1/7/1986 n.42 del Ministero della Sanità e in relazione al numero di fibre presenti nelle acque;
• documenti comprovanti i valori recenti delle misurazioni di cui al punto 4
• di ogni ulteriore atto o provvedimento, connesso o consequenziale a quelli sopraindicati.
Comunicato stampa.