Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Gennaro Saiello, rende noto che «il Tar del Lazio ha accolto l’istanza di ricorso cautelare presentata da un gruppo di docenti. Nei fatti è un brusco stop al Ministero della Pubblica istruzione sulle procedure di mobilità. Insomma gli insegnanti dovranno restare nella sede in cui hanno quest’anno svolto servizio».
Sacello ha depositato presso il Consiglio regionale della Campania una mozione che impegna la Giunta regionale – e in modo particolare il presidente De Luca – ad attivarsi con sollecitudine presso il Ministero della Pubblica Istruzione affinché si possa ripetere il procedimento delle ‘assegnazioni-trasferimenti’ di docenti previste dalla legge sulla cosiddetta “Buona Scuola”. «Avevamo segnalato un “caso Campania”» afferma Saiello «oggi il Tar Lazio riconosce e sancisce che la procedura dell’algoritmo usato per l’assegnazione delle cattedre, da parte del Ministero, non ha funzionato ed ha discriminato in particolare gli insegnanti campani».
Un dato che evidenzia, ancora una volta, la difficoltà da parte del Ministero d’individuare criteri univoci per ridurre il margine di disservizi e malcontento tra i tanti precari in attesa di stabilizzazione. «Fin dal primo momento avevamo chiesto buonsenso e rispetto delle regole – precisa Saiello – e proposto di ripetere la procedura, eliminando gli errori materiali accumulati dal sistema, unitamente all’utilizzazione di criteri chiari e trasparenti». Il Tar Lazio ha inoltre ravvisato profili di legittimità costituzionale; secondo Saiello, esponente dei pentastellati campani, «è una prima vittoria importante, ma la vicenda non è ancora finita la vicenda».
E poi «il Movimento 5 Stelle – conclude – oltre a esercitare pressioni a livello regionale e parlamentare, continua ad inviare le segnalazioni all’ANAC perché i diritti vanno sempre difesi». Il Movimento si schiera dunque a favore della legalità, chiamando in causa persino l’Autorità nazionale anticorruzione, in un contesto che probabilmente continuerà ad evolversi ancora per molti anni a venire; se in meglio o in peggio, non è dato ancora saperlo.