PAGANI. “Sto monitorando da diverso tempo questa situazione molto delicata. Non è ancora il momento di commentare”. Con queste parole il vescovo Giuseppe Giudice spiega la sua posizione ancora non netta rispetto alla scandalosa vicenda che ha visto coinvolto il parroco di Pagani don Flaviano Calenda sulla compravendita irregolare di legittima di loculi cimiteriali presso il camposanto cittadino.
Il vescovo “non risponde” alle trasmissione tv ma dovrebbe iniziare a preoccuparsi di quello che accade in quella parrocchia diventata come una bottega nella denuncia tv dei giorni scorsi.
La questione era stata trattata dalla trasmissione “Le Iene” e seguita dal giornalista Giulio Golia.
La nuova trasmissione di denuncia aveva fatto emergere il prete businessman alle prese con la compravendita di loculi al prezzo di 9000 euro come “contributo volontario” dei fedeli che secondo don Flaviano Calenda non erano costretti a comprare la tomba.
Il vescovo che negli ultimi due anni ha trasferito tutti i parroci per un condivisibile cambiamento, sulla parrocchia della chiesa madre della città non aveva preso alcun provvedimento, destando non poca meraviglia nei fedeli.
Non si comprendeva perché tanti parroci amati dai fedeli avevano dovuto subire il trasferimento e il “Corpo di Cristo” non aveva seguito questa regola.
Se è pur vero che la parrocchia (tra le principali della città) ha dato vita a una serie di inziative e opere di carità, come la mensa dei poveri, anche altri sacerdoti avevano (vedi don Ciro Galisi a Nocera Inferiore) dato vita ad opere meritorie ma erano comunque stati destinati ad altra sede.
Il presule, per giustificare il suo operato, il primo agosto dello scorso anno (nell’omelia dper i festeggiamneti di Sant’Alfonso, proprio a Pagani) aveva affermato: «Se non sono opere che vengono da Dio, cadranno, come le mura di Gerico».
Insomma, se le cose ben fatte erano opere volute da Dio avrebbero resistito anche al trasferimento del parroci.
Un’affermazione condivisibilissima ma perché non attuata anche a Pagani? E poi, va ricordato che l’opzione trasferimento del sacerdote poteva essere questione opportuna già quando ci fu il coinvolgimento dello stesso parroco paganese nello scandalo dei promotori che avrebbero sottratto soldi ad altri sacerdoti e parrocchiane presentate al promoter proprio da don Flaviano Calenda (fatto strano a prescindere da responsabilità giudiizariamente rilevanti).
Probabilmente, una dceisione di trasferimento del sacerdote ad altro incarico affinché si rassereni l’ambiete, scosso a Pagani e non solo dal servizio delle Iene potrebbe essere opportuno nell’interesse dello stesso sacerdote, ma anche per consentire un’indagine interna al Comune senza che debba trovarsi nella difficoltà di avere rapporti con il parroco della chiesa madre.
Per don Flaviano e per la stessa Chiesa, un suo trasferimento temporaneo potrebbe essere utile perchè si faccia chiarezza e bene e si eviti il diffondersi di un fare manageriale tra i sacerdoti.
Una necessità che vale nonostante si presupponga che i soldi raccolti dal prete siano andati effettivamente per la necessità della parrocchia.
Il vescovo fa bene a monitorare la vicenda ma prenda una decisione in tempi rapidi.
Le Cronache.