E’ epoca di riforme a livello politico nazionale, tanto che l’attuale esecutivo è impegnato a legiferare su settori chiave come il lavoro,la scuola,la giustizia,la sanità. Molti passaggi delle vicende che riguardano il governo della società risultano spesso incomprensibili ai più e l’informazione non sempre contribuisce a chiarire i reali motivi che sono dietro ad avvicendamenti nelle cariche pubbliche o ad avvenimenti che riguardano la vita di tutti.
Ad esempio,in pochi cercano di spiegare come mai in Italia abbiamo governi non scelti dagli elettori con elezioni democratiche, mentre in nome di una “emergenza” che è sempre tale ormai da anni,le istanze internazionali impongono l’adeguamento dell’Italia a dei canoni europeisti di efficienza in campo economico e di allargamento dei diritti civili in campo etico, con ripetute sollecitazioni a cambiare, con velate o esplicite minacce di sanzioni e valutazioni parametriche da rispettare senza elasticità.
Appare sempre più visibile l’avverarsi della profezia pasoliniana dell’avvento di un “tecnofascismo” ,declinato nella forma di una tecnica che si esprime nel disegno di annientamento delle vecchie categorie cattolico-laico,religione-laicismo,e di fronte alla quale ogni principio di ispirazione dell’agire politico viene subordinato e riassunto dalle esigenze tecnocratiche. Di questo passo,la costruzione europea non è l’unità dei popoli fatta per non causare guerre e per reggere la competizione con gli Stati emergenti, ma è il primo esperimento fattuale dell’avvento di una nuova era senza anima che non sia quella del raggiungimento e del soddisfacimento dei bisogni e dei desideri più individualisti che non ammettono spiegazioni ad eventi che vengono ritenuti inevitabili perchè “lo chiede l’Europa” o “l’Europa ci sanziona”.
Emblematica è la riforma della scuola contenuta nella Legge 107 di recente approvazione,riforma che ,in parte, tende alla responsabilizzazione delle figure professionali che in essa operano,sulla base di elaborazioni di potentati nazionali ed internazionali che hanno disegnato un’architettura basata su una sorta di scambio fra una richiesta abolizione del precariato ,bilanciato dall’introduzione, tra le altre innovazioni,dell’organico funzionale, risolutore del vecchio sistema delle supplenze annuali e temporanee e della distinzione tra organico di fatto e di diritto.
Viene da chiedersi come mai queste spinte riformatrici giungano quando i danni fatti ad un’intera generazione di giovani sono irreparabili per i prossimi vent’anni, come ci informa il Fondo Monetario Internazionale, a dispetto delle statistiche diffuse attualmente, che evocano una presunta ripresa di cui si stenta a vedere traccia. Appare anche di difficile interpretazione l’esclusione dalla suddetta riforma di una figura professionale particolare del mondo della scuola, cioè del personale educativo dei convitti nazionali ed annessi. Strutture che hanno una portata storica notevole ,poco note nella società di massa,ma con una specifica funzione che è fornita dagli articoli 203 e 204 del D.Lgs. 297/94.”I convitti nazionali e gli educandati femminili sono istituti di educazione dello Stato che hanno per fine quello di curare l’educazione e lo sviluppo intellettuale e fisico dei giovani e delle giovani che vi sono accolti”.
Spesso la finalità e le funzioni di queste scuole sono sconosciute o ritenute anacronistiche. In realtà il personale educativo che lavora all’interno di esse(di cui ci giunge oggi notizia di una mancata equiparazione del sistema di valutazione sia al personale docente che al personale ATA) ha la specifica funzione di assistere ed aiutare tutti gli allievi e le allieve che frequentano le scuole annesse (elementari, medie e istituti superiori) con l’aggiunta del servizio notturno,che mentre un tempo serviva ad accogliere gli alunni che ,per motivi geografici o di trasporto,non potevano ritornare a casa al termine delle lezioni, al giorno d’oggi ha visto il ridimensionamento di questa esigenza bilanciata dalla creazione di nuove necessità dovute alla presenza di sperimentazioni con studenti stranieri,sempre più frequenti, e con l’istituzione del Liceo Europeo che hanno creato una forte domanda di accesso a queste scuole,le quali risultano in molti casi ai primi posti a livello nazionale nelle statistiche di rendimento dei frequentanti. Inoltre, l’esigenza di accesso a questi istituti è sempre più forte proprio a causa delle trasformazioni in atto nel mondo del lavoro. Nel futuro le famiglie ,a causa di spostamenti lavorativi dei genitori,avranno sempre più bisogno di affidare i figli ad istituzioni che abbiano come fine non solo il profitto