L’ex Ministro, Massimo Bray, parla su Facebook del nostro territorio. Scopre, o meglio RiScopre Nuceria.
Nel suo post, grazie anche alle segnalazioni giunte da RiScopriamo Nuceria (grupppo fondato da Carmine Montalbano e Antonio Pace), descrive con dovizia di particolari, l’antica Nuceria Alfaterna. Il popolo nocerino, batteva moneta propria e parlava una propria lingua, tant’é che usava un alfabeto suo: quello nucerino.
Ecco l’intervento di Massimo Bray:
“Nuceria Alfaterna sorse nel VI secolo a.C. e fu una delle più grandi città della Campania antica, abitata e accresciuta dagli osci, dagli etruschi, dai sanniti e infine dai romani. Oggi il suo territorio corrisponde a quello di Nocera Inferiore e Nocera Superiore. Fu un centro così importante, già prima di conoscere la dominazione romana, che non solo batteva la sua moneta, ma era dotata anche di un suo particolare alfabeto, il “nucerino”, basato su quello etrusco e quello greco.
Il suo anfiteatro era lungo 125 metri e largo 102, dunque tra i più grandi che si conoscano, dopo il Colosseo e l’anfiteatro di Capua, e il più grande tra quelli che ancora non sono tornati alla luce, insieme a quello di Benevento. Il più grande anfiteatro “mai visto da nessuno”, come mi scrivono via Facebook, è stato scoperto nel 1926, parzialmente inglobato in abitazioni costruite in epoca moderna, risale al I secolo a.C. o all’età augustea. Recentemente, è stata diffusa la notizia della distruzione di un montante in tufo nocerino, per realizzare un varco d’accesso al cortile di uno dei palazzi che inglobano la struttura romana.
Sono questi i motivi per cui l’anfiteatro di Nuceria deve essere una delle priorità di tutela e valorizzazione tra i beni culturali campani, un luogo intorno al quale tutto il suo territorio è pronto a identificarsi”.
Giuseppe Colamonaco