L’appello dei Medici della Cgil all’azienda ospedaliera per fronteggiare il picco dell’influenza. La stessa componente sindacale presso l’Asl chiede di rifare, modificandoli. i ricorsi per i pronto soccorsi e di investire di più in prevenzione. L’esito della riunione all’Asl.
«Riservate l’ospedale del Mare, il Cardarelli, il Ruggi e l’Umberto I di Nocera Inferiore solo ai casi che richiedono un’assistenza maggiore e più gravi, gli altri vengano destinati agli ospedali più piccoli». Francesco Bruno della Cgil Medici in seno all’azienda ospedaliera Ruggi, la più grande struttura sanitaria della provincia di Salerno, chiede una governance precisa per affrontare il picco influenzale che prima di arrivare già ha causato l’ingolfamento dell’Umberto I di Nocera e quello di via San Leonardo a Salerno.
DIFFERENZIARE I CASI
«Pensare di ingolfare il Cardarelli, l’ospedale del Mare, il Ruggi di Salerno e l’Umberto I di Nocera, strutture votate solo alle emergenze particolari e all’alta specialità non presenti negli altri presidi ospedalieri, significa mettere in difficoltà chi soffre di patologia gravi – afferma Bruno -. Occorre un tavolo di crisi tra Asl, Regione, centrale operative del 118 e aziende ospedaliere per destinare a queste quattro strutture solo i casi più difficili e che richiedono un’assistenza di maggior rilievo, mentre altri pazienti devono rivolgersi o alla sanità territoriale, che ha un ruolo fondamentale per fare filtro, o agli ospedali più piccoli, sennò il sistema salta».
Bruno aggiunge: «Non c’è da scandalizzarsi se un paziente non grave del Napoletano o del Agro nocerino o di Salerno città sia preso in cura da un ospedale dell’Avellinese o del sud della provincia. Bisogna lasciare, è questo è un appello che da medico prima ancora che da sindacalista rivolgo a tutte le autorità, i posti letto del Ruggi, dell’ospedale di Nocera come a quello del Mare o al Cardarelli per i pazienti più gravi». Il picco influenzale, ricorda Bruno, ancora deve arrivare e «già siamo in sofferenza. C’è poi bisogno di azioni concrete per favorire la vaccinazione dei pazienti a rischio, ancora in queste ore, troppo basso, specie negli anziani e fragili e in particolare nel Napoletano, sennò non ci sono posti letti che bastino».
IL PROBLEMA DEGLI ACUTI
Gli acuti. Sulla vaccinazione spinge anche Massimiliano Voza, coordinatore della Cgil Funzione Pubblica dei Medici dell’Asl Salerno. «Non è possibile pensare che in realtà più piccole e in sofferenza economica come Cuba investano in prevenzione proprio per evitare si affrontare i picchi delle malattie e l’Italia no. Purtroppo la campagna per le vaccinazioni italiana deve essere più efficace da parte del Governo». Sulla situazione nel Salernitano, Voza aggiunge: «In tutta la provincia mancano 344 posti letto per gli acuti e bisogna attivarli subito per evitare che poi i pazienti rimangano nei pronto soccorsi e non possano andare in reparti specifici. Bisogna procedere, inoltre, al reclutamento dei medici di pronto soccorso senza escludere gli specializzandi in discipline affini, come accaduto in Campania, diminuendo le possibilità di partecipazione ai bandi, che hanno scarso successo, uniformandosi a quello che fanno in altre regioni».
LA RIUNIONE DELL’ASL
Ieri mattina, il direttore del settore prevenzione dell’Azienda sanitaria locale Salerno ha tenuto una riunione con tutti i medici di base del Salernitano, chiedendo loro un ulteriore sforzo per vaccinare i loro assistiti più a rischio e registrare tutti quelli vaccinati. Saranno passate a setaccio le Rsa per individuare gli ospiti che non sono ancora vaccinati. La vaccinazione non è obbligatoria, ma fortemente consigliata negli over 60, nei fragili, nelle persone che sono con loro a contatto, e in tutti gli addetti a servizi essenziali come il comparto sicurezza, sanitari, insegnanti e altri servizi essenziali, tant’è che difficoltà si registrano anche nelle caserme.
La speranza che analoghe iniziative a quella dell’Asl Salerno vengano intraprese anche nel Napoletano dove la percentuale dei vaccinati contro l’influenza non raggiunge il minimo previsto dalle autorità sanitarie e quindi meno persone sono vaccinate, più saranno i casi a rischio gravi complicanze, più saranno quelli che hanno bisogno di ospedali e quindi dovranno rivolgersi anche all’Umberto I di Nocera e al Ruggi di Salerno. Tutto questo prima del picco influenzale.