L’ex presidente di Confindustria potrebbe essere ella partita per il centrodestra prima dell’estate del 2025. Intanto il Governo valuta il ricorso del terzo mandato approvato dal Campania
In queste ultime settimane c’è stato un gran discutere per la candidatura del centrodestra alle elezioni regionali della Campania. Dopo il no del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, l’unico nome in lizza rimane quello di Edmondo Cirielli, forte della sua visibilità anche nel Governo nazionale, sempre più presente in tutte le manifestazioni ufficiali accanto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e quello del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, ma anche da viceministro agli esteri a Parigi e in altri stati, tra cui alcuni strategici anche dell’area Medio Orientale per le forniture di fonti energetiche.
IL NOME INGOMBRANTE
Da mesi si parla di una possibile discesa in campo di Antonio D’Amato, ex presidente di Confindustria e della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro, punto di riferimento dell’importantissimo gruppo del packaging, “Seda” con una rete di industriali pronta mobilitarsi in caso di candidatura a presidente della Regione Campania. Un nome dal grande appeal come ministro, presidente della giunta della Campania e sindaco di Napoli, un nome che attirava anche il centrosinistra. Ma D’Amato ha sempre detto di no. Anche se…
IL CENTROSINISTRA E DE LUCA
Beh, niente di nuovo sul fronte centrosinistra. Intanto, la Regione Campania ha approvato la legge per il terzo mandato, che consentirebbe a Vincenzo De Luca per candidarsi dopo aver terminato i due mandati. Per De Luca sarebbe la quarta volta che si trova la scheda elettorale: la prima fu sconfitto dal candidato presidente del centrodestra, poi sconfitto due volte di seguito e quindi nel 2025 sarebbe la quarta volte.
Oggi a Pozzuoli, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano a margine della partenza dei lavori in una scuola di Pozzuoli contro il bradisismo ha affermato «Il Governo sta valutando l’impugnazione». La legge regionale può essere infatti impugnata dal Governo entro il 10 gennaio.