La decisione di sabato mattina. Come mai una decisione di sabato mattina?
Non tutti avevano creduto in una granitica volontà di dimissione del sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti. È vero che il sindaco ha tempo 20 giorni per ritirarle, ma che in meno di 24 ore ci fosse la marcia indietro e per giunta facendo aprire il comune di sabato sarebbero stati in poco a scommetterci. Cosa è accaduto per il dietro front?
Nel solito lungo post sui social corredato di tricolore Aliberti scrive: «Dimissioni: sarò ancora il sindaco di scafati, l’affetto dei miei cittadini è stato straordinario». E poi scrive: «Nel rispetto delle centinaia di cittadini che in queste ore con un messaggio o una telefonata mi stanno mostrando vicinanza, affetto e fiducia chiedendomi di continuare il percorso amministrativo, preoccupati anche per le conseguenze di una interruzione del mandato alla luce di quanto realizzato fino ad oggi nell’interesse di Scafati, avverto ancora di più il peso della responsabilità per il consenso che in tanti ogni giorno mi dimostrano. Non c’è bisogno di strategie o ragionamenti carbonari. Solo di certezze e serenità: pertanto ho ritirato le mie dimissioni per continuare a lavorare solo per gli scafatesi.
Adesso bisogna procedere alla nomina della Giunta con gli assessori eletti già dall’inizio della prossima settimana e aprire un confronto con chi senza indugi vuole lavorare per Scafati mettendo da parte le divergenze di carattere personale andando oltre le ideologie. Il Consiglio comunale di ieri sera è stato chiarificatore: mi ha dato la risposta che cercavo dopo le mie dimissioni da Sindaco. Abbiamo dimostrato maturità. Sento oggi di dover ringraziare anche quella parte di opposizione che si è dimostrata propositiva e costruttiva nel dialogo andando oltre al ruolo di vigilanza che le spetta.
Mi preoccupa invece, la scorrettezza istituzionale e le dichiarazioni del solito personaggio dell’opposizione che mette in giro fatti e informazioni a noi mai pervenuti riguardo presunte procedure anomale delle mie dimissioni. Sarebbe davvero lesivo della democrazia. Anche perché non abbiamo ricevuto nessuna nota da parte della prefettura ed anche perché la nota che è stata fatta circolare è una legge abrogata e superata dal testo unico degli enti locali… Ciucciagine o cattiveria?».
Insomma qualche telefonata e manifestazioni di affetto avrebbero fatto tornare Aliberti sui suoi. Ma va detto che, dopo l’assoluzione (in primo grado) dal processo penale “Sarastra” per rapporti con la camorra, la sua città era aumentata. E allora cosa è realmente accaduto per indurlo a dimettersi e 24 ore dopo a ritirare le dimissioni?
LA SCELTA DELLE DIMISISONI
Nelle settimane scorse, in una conferenza stampa di cinque consiglieri comunali di maggioranza fu chiesto un cambio di rotta nell’amministrazione della città, ma non preannunciarono di non voler uscire dalla maggioranza. Da quel momento, qualcosa ancora di non chiaro è accaduto e Pasquale Aliberti ieri ha annunciato le sue dimissioni.
Nel mirino di Aliberti i cinque consiglieri dissidenti, Paolo Attianese, Maria Berritto e Luigi Cavallaro di Azzurri e Gennaro Avagnano e Susy Barone di Scafati Rinasce.
Di mezzo l’allargamento della giunta uscita dalle elezioni del giugno 2023.
LE PAROLE (di ieri) DI ALIBERTI
«Ho dovuto rassegnare le dimissioni insieme alla giunta perché scafati ha bisogno di serenità»
Scrive Aliberti: «alla luce della crisi che si è aperta all’interno della mia maggioranza, dell’assenza di una prospettiva comune e di condivisione di intenti, ho rassegnato le mie dimissioni da Sindaco di questa Città. Con me anche tutti gli assessori che compongono la Giunta. Allo stato attuale non ci sono più le condizioni per un percorso sereno e i presupposti per governare Scafati. Sono stati diciassette mesi di lavoro intenso per me, per la mia Giunta e per quella parte di Maggioranza che fin dall’inizio ha condiviso il mio progetto di rilancio di un territorio reduce da anni difficili, credendo di poter dare concretezza agli impegni assunti in campagna elettorale. Sono stati, però, anche diciassette mesi in cui sono piano piano emerse divergenze e criticità con alcuni Consiglieri comunali che, ad un certo punto del percorso intrapreso insieme, hanno iniziato a manifestare atteggiamenti di dissenso nei confronti del Sindaco e della Giunta, sottraendosi a quella condivisione di intenti che era stata alla base della campagna elettorale. Il tentativo di dialogo che, come un buon padre di famiglia, ho provato pià volte ad instaurare, a garanzia della tenuta dell’intera squadra di Governo, non ha sortito purtroppo gli esiti sperati, compromettendo progressivamente quel clima di serenità e di entusiasmo con il quale ci eravamo insediati dopo la vittoria delle elezioni e che risulta necessario per governare una città complessa come Scafati e dare concretezza al progetto di rilancio del territorio. Oggi, alla vigilia dell’ ennesimo Consiglio comunale, chiamato a deliberare su argomenti importanti per la collettività, sento il dovere di fare un passo indietro e rassegnare le mie dimissioni da Sindaco per verificare se ci sono ancora margini per instaurare un rapporto di dialogo istituzionale all’interno dell’Assise cittadina, con tutte le forze civiche che, al di là delle appartenenze partitiche e ideologiche, hanno a cuore il futuro di questa comunità. Ringraziando tutti coloro che hanno lavorato al mio fianco in questi diciassette mesi, a partire dalla mia Giunta, mi appello al senso di responsabilità e alla maturità di questo Consiglio comunale con la speranza che vi siano ancora presupposti per continuare ad amministrare questa città, nell’interesse esclusivo dei cittadini».
I CINQUE DISSIDENTI
Assunta Barone capogruppo di Scafati Rinasce scrive: «Se il sindaco e gli assessori hanno ritenuto giusto dimettersi non si può che accettare la loro decisione.
Non abbiamo mai dimostrato dissenso rispetto al progetto che abbiamo sposato candidandoci con Pasquale Aliberti bensì sulla mancanza di condivisione e partecipazione, dando sempre disponibilità e mai sottraendoci alla condivisione come asserisce il sindaco.
Siamo stati e rimarremmo aperti al confronto e al dialogo sempre e solo nell’ interesse della città, come è avvenuto anche in questi giorni di interlocuzione alle quali poi sono succedute le sue dimissioni che non erano state mai chieste».
E Paolo Attianese capogruppo di Azzurri, ha aggiunto: «La scelta del Sindaco e degli assessori in relazione alle dimissioni di sicuro crea un momento delicato per la nostra beneamata città che finalmente sta vivendo una fase di risalita. La risalita deve sempre e comunque essere frutto di scelte condivise con chi in ogni momento è pronto a portare avanti il programma elettorale col quale si è usciti dalle urne. Quel programma elettorale che detta i punti cardini per il futuro della città deve rappresentare la pietra miliare. Il confronto e il dialogo non devono mai mancare anche perché sono alla base di una condizione sulla quale deve reggere il futuro nostro e delle nuove generazioni. Mai nessun atto andrà contro questa amministrazione nella quale sempre e comunque sì rimarrà vigili e attenti sulle scelte della città con la stessa determinazione che ci ha portati a far sì che questa città fosse amministrata dal Sindaco e da tutta la sua maggioranza. Maggioranza che resta fermamente ancorata, ma sempre vigile, alle scelte che nel tempo saranno fatte nell’interesse della città».
LA POSIZIONE DI FRATELLI D’ITALIA (prima del ritiro delle dimissioni)
Alla luce delle dimissioni rassegnate dal sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Mario Santocchio, interviene per fare chiarezza sulla situazione politica e sottolineare la posizione della classe politica rispetto alla crisi amministrativa che ha colpito il Comune di Scafati.
«Le dimissioni del sindaco Aliberti rappresentano l’epilogo inevitabile di una gestione politica ormai logorata da frizioni interne e personalismi esasperati. Non c’è mai stata una reale crisi di maggioranza, ma piuttosto rapporti personali tesi, che hanno minato la stabilità amministrativa e la capacità di governare nell’interesse dei cittadini. Oggi più che mai, è necessario che la politica torni a mettere al centro il mandato ricevuto dagli elettori, senza compromessi o inciuci di comodo».
Santocchio ha poi respinto con fermezza l’ipotesi di un governo civico allargato, avanzata nelle ultime settimane. «Le alleanze si costruiscono su basi politiche solide, con un progetto elettorale chiaro e condiviso, non sulla ricerca disperata di numeri in consiglio comunale per mantenere in piedi una maggioranza traballante. Questo modo di fare politica ha fallito, e Fratelli d’Italia non parteciperà a manovre di palazzo che tradiscono la volontà popolare».
Il coordinatore cittadino del partito di Giorgia Meloni ha quindi ribadito l’impegno del partito nel vigilare sulla fase di transizione e nel prepararsi a nuove sfide elettorali. «Ora è il momento di assumersi le proprie responsabilità. Noi siamo pronti a proporre una visione di città alternativa, costruita sulla serietà, la coerenza e la capacità di rispondere concretamente alle esigenze di Scafati. Questo è il nostro impegno e lo porteremo avanti con determinazione».