Ieri l’interrogatorio dei tre finiti in carcere, domani quello dei cinque agli arresti domiciliari. Sesta puntata dell’inchiesta della Dda di Salerno sui rapporti tra comune e imprenditori
Hanno sostenuto che tutta la loro attività è stata regolare Alfonso Marrazzo, ex assessore del Pagani (fino al 2016) e lo storico ingegnere del Comune Bonaventura Tramontano. De Cola ha dichiarato di aver avuto solo un ruolo tecnico contabile nella Pedema, ma non gestionale. La prima parte degli interrogatori di garanzia sull’inchiesta della Dda di Salerno sui rapporti tra imprese e comune di Pagani, dal 2017 al 2022 è andata in scena davanti al Gip del tribunale di Salerno che ne aveva ordinato l’arresto.
L’ex assessore Marrazzo assistito dall’avvocato Balzano, Alfonso Marrazzo, l’ingegnere Tramontano (difeso da Vincenzo Calabrese) e il socio della Pedema (la cooperativa ritenuta di riferimento del clan Fezza-De Vivo) Claudio De Cola di Angri (assistito dall’avvocato Federico Conte) hanno chiarito la loro posizione rigettando le ipotesi di indagine.
GLI ALTRI INTERROGATORI
Dopo quello del 51enne Alfonso Marrazzo, del 67enne Bonaventura Tramontano, entrambi di Pagani, e del 48enne Claudio De Cola di Angri, toccherà a comparire davanti al Gip ai cinque finiti ai domiciliari. Compariranno il 56enne Pietro Buonocore, dipendente della Pedema, del 60enne Aniello Giordano, direttore dell’Asp (la società comunale di igiene pubblica), il 68enne Giuseppe Serritiello, ex avvocato del Comune di Pagani, il 59enne imprenditore Matteo De Feo (detto Peppe) e il 32enne Dario Ippolito, tutti residenti nella città di Sant’Alfonso.