Marrazzo voleva “sistemarsi” come direttore Sam: aveva bisogno della politica

Inchiesta Pagani terza puntata. I suoi due candidati con il centrodestra, l’indagine sul Sindaco e l’attuale assessore che appartenevano ad un’altra coalizione: i motivi del no al loro arresto

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Partiamo subito dal punto nodale, i rapporti e soprattutto dalle ambizioni dell’ex assessore Alfonso Marrazzo (fino al 2016) – nella foto sopra-, secondo le indagini della Dda, seguita dalla pm Elena Guarino e dal procuratore capo Giuseppe Borrelli. Secondo le indagini dei carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore, al comando del tenente colonnello Gianfranco Albanese, Marrazzo voleva “sistemarsi” come direttore Sam: aveva bisogno della politica ambiva a ricoprire il ruolo di direttore dell’Aspa-Sam, società comunale in house di Pagani, che si occupa di igiene pubblica. In questo modo lui e ai suoi amici si sarebbero «sistemati per la vita». Tutto questo anche con l’apertura questo settore imprenditoriale alla criminalità organizzata, significativamente al clan Fezza De Vivo di Pagani.

POLITICA? NECESSE EST
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Per raggiungere l’obiettivo di infiltrarsi nell’apparato economico produttivo, il presidente della cooperativa Pedema, l’ex assessore Marrazzo, avrebbe deciso da intervenire nelle elezioni comunali del 2020 con propri candidati. Marrazzo avrebbe minacciato i propri dipendenti se non si fossero «messi a disposizione». «Chi oggi non mi aiuta si sta a casa, è meglio che lo sanno», avrebbe detto. E poi, Marrazzo, intercettato durante la campagna elettorale, durante una cena, avrebbe pubblicamente minacciato cli licenziamento i suoi dipendenti qualora non avessero espresso i voti in base alle sue indicazioni, facendo chiaramente intendete che sarebbe stato in grado di verificare se effettivamente lo avessero fatto. «Se non escono i voti se ne vanno a casa tutti quanti, gliel’ho detto io papale, papale. Gli ho detto: guagliu’ questa è l’ultima speranza che teniamo, se volete lavorare mi dovete aiutare, se no ve ne andate a casa tutti quanti. Non mi passa nemmeno per la testa».

IL “CAVALO SBAGLIATO” E IL TENTATIVO DI AGGANCIARE QUELLO GIUSTO
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Marrazzo avrebbe puntato al cavallo sbagliato: a vincere non fu il suo candidato sindaco di Pagani, Enza Fezza, a capo di una coalizione del centrodestra, ma quello che più era stato osteggiato, Raffaele Maria De Prisco. I rapporti con il Comune, comunque, erano indispensabili, e tanta la strada fu quella dei funzionari comunali, in parte riuscendovi. Ma c’è anche il tentato aggancio con l’assessore Pietro Sessa e il tentativo con il sindaco Raffaele Maria De Prisco.
I rapporti tra Marrazzo e i dirigenti comunali saranno oggetto della quarta puntata sull’inchiesta di Rtalive sull’inchiesta. Ora ci soffermeremo sui tentativi di coinvolgere i due politici vincenti.
Nell’inchiesta risultano indagati l’attuale assessore Pietro Sessa per un concorso in falso con l’avvocato Serritiello e Marrazzo, per l’appalto della sanificazione.
Sarebbe stato tormentato il rapporto tra De Prisco e Marrazzo per la scelta di quest’ultimo, secondo terze persone, di appoggiare un altro candidato sindaco. Al di là di questo, che potrebbe rappresentare anche un pettegolezzo o un vantarsi di sapere cose che poi non corrispondevano alla realtà, il nome del sindaco viene tirato in ballo nell’ambito di un’ipotesi di turbativa negli incanti, avendo, secondo la procura, scelto la commissione di valutazione delle offerte per la fornitura di una spazzatrice, poi vinto da Marrazzo.

IL NO NETTO ALL’ARRESTO DEL SINDACO E DELL’ASSESSORE
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Il Gip è stato molto netto nel respingere la richiesta della misura cautelare per De Prisco e Sessa.
Per la vicenda che vede indagato l’assessore Sessa questi si sarebbe limitato solo sollecitare la procedura di affidamento del servizio di sanificazione a favore di Marrazzo, ma non avrebbe commesso alcun falso, unico reato contestato per l’affidamento dell’appalto per sanificare i locali comunali.
Nella vicenda di De Prisco, secondo la Dda, il sindaco avrebbe contribuito alla turbativa negli incanti, avendo scelto la commissione che poi avrebbe proceduto all’affidamento dell’appalto per la fornitura della spazzatrice, poi vinto da Marrazzo. Il Gip ha rilevato l’insussistenza dell’ipotesi d’indagine, visto che il sindaco non nominò i tre funzionari pubblici per la commissione, ma questi furono nominati dal responsabile del servizio. Il funzionario, inoltre, non osservò in pieno l’indicazione del sindaco, ma cambiò uno dei componenti, quindi mancano proprio gli indizi per procedere all’arresto di De Prisco, come per Sessa.

IL VIDEO DEL SINDACO DE PRISCO
Il sindaco Raffaele Maria De Prisco, nel rispetto della lavoro della magistratura, non rilascerà dichiarazioni giornalistiche, ma ha pubblicato su Facebook un video a chiarimento della sua posizione e per esprimere la sua fiducia nel lavoro degli inquirenti. LO stesso sindaco ha riferito di false voci che sostenevano che fosse stato addirittura arrestato o andato chissà dove.
https://www.facebook.com/raffaelemariadepriscosindaco/videos/536245482707251

LE PRIME DUE PUNTATE:
la prima puntata
Appalti per servizi comunali a Pagani per favorire il clan Fezza De Vivo, scattano gli arresti
https://www.rtalive.it/2024/11/appalti-comune-pagani-clan-fezza-de-vivo-scattano-gli-arresti/160394/

la seconda puntata
Arresti per appalti comunali a Pagani. Tentato condizionamento del voto e del Comune
https://www.rtalive.it/2024/11/arresti-appalti-comunali-pagani-tentato-condizionamento-del-voto-del-comune/160404/

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