Arresti per appalti comunali a Pagani. Tentato condizionamento del voto e del Comune

L’appoggio del clan a candidati di una colazione perdente, il tentativo di stabilire rapporti con i vincenti. Tra i 16 indagati dell’inchiesta ci sono anche il sindaco De Prisco e l’assessore Sessa, anche se le ipotesi a loro carico sono state considerate insussistenti

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I carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore hanno eseguito un’ordinanza cautelari con 16 indagati, dei quali nove raggiunti da misura cautelare emessa dal Gip di Salerno, su richiesta della Dda, diretta dal procuratore capo Giuseppe Borrelli, di cui otto eseguite con arresti, tre in carcere e cinque ai domiciliari

GLI ARRESTATI
Destinatari della misura cautelare personale della custodia cautelare in carcere:
1. il 51enne Alfonso Marrazzo (è stato negli anni passati anche assessore al Comune di Pagani, ma non è indagato in tale veste)
2. il 48enne Claudio De Cola di Angri,
3. il 67enne Bonaventura Tramontano, noto ex dirigente comunale, di Pagani, responsabile dei lavori publci.
Destinatari della misura cautelare personale degli arresti domiciliari:
4. il 56enne Pietro Buonocore di Pagani,
5. il 60enne Aniello Giordano di Pagani il 31.01.1964,
6. il 68enne Giuseppe Serritiello, ex avvocato del Comune di Pagani,
7. il 59enne Matteo De Feo (detto Peppe) di Pagani
8. il 32enne Dario Ippolito di Pagani.

I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di condizionamento elettorale mediante minaccia, falso ideologico, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e favoreggiamento personale. Tutte condotte aggravate dalla finalità di agevolare la realizzazione del programma criminale del clan Fezza – De Vivo, operante in Pagani e zone limitrofe.

LE INDAGINI

L’ipotesi accusatoria, allo stato condivisa dal GIP ma suscettibile di diverse valutazioni nelle successive fasi di giudizio, è relativa all’operatività imprenditoriale ed economica del clan Fezza – De Vivo, che attraverso l’imprenditore MARRAZZO Alfonso – già condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa – nonché, nel passato, consigliere comunale di Pagani per circa venti anni ed assessore all’ambiente fino all’anno 2016, mediante la cooperativa PE.DE.MA. di cui era presidente, società utilizzata dal clan Fezza – De Vivo, per infiltrarsi nel tessuto economico ed amministrativo della predetta amministrazione.

In particolare, il Marrazzo, attraverso la PE.DE.MA., riusciva infatti ad ottenere, in maniera illegittima anche mediante un continuativo scambio di favori e prestazioni, appalti pubblici comunali quali la gestione del locale cimitero, oltre al servizio di spazzamento delle strade comunali, ed altri servizi pubblici asseritamente di somma urgenza, compreso quelli connessi alle emergenze causata dalla pandemia Covidl9, soprattutto per quanto riguardava la sanificazione, quest’ultima eseguita in frode al capitolato d’appalto.

LE ELEZIONI E IL TENTATIVO CONDIZIONAMENTO DELLA VITA AMMINISTRATIVA DI PAGANI
La volontà di condizionare la struttura amministrativa, tramite il potere imprenditoriale ed economico acquisito dalla cooperativa PE.DE.MA., avrebbe indotto il clan Fezza – De Vivo a tentare di condizionare le elezioni amministrative del comune di Pagani, imponendo il voto in favore di propri candidati estranei alla coalizione elettorale capeggiata dal sindaco Raffaele Maria De Prisco.
Avendo vinto la coalizione di De Prisco, poi, alcuni indagati avrebbero tentato di instaurare rapporti con i vincenti. Tra i 16 indagati dell’inchiesta originaria ci sarebbero stati anche il sindaco per un caso di turbata scelta del contraente e l’assessore comunale Pietro Sessa, per un falso, anche se a loro carico non è stato emesso nessun provvedimento cautelare, avendo ritenuto il Gip le due vicende non supportate dai gravi indizi di colpevolezza.

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