A chiederselo l’archetto Francesco Sessa che ha inviato una pec al Comune e ala Provincia di Salerno, dopo la riapertura della strada centrale di San Potito
Con l’alluvione del novembre del 2022, il torrente Solofrana esondò nella frazione di San Potito di Roccapiemonte, con rottura dell’argine sinistro e del muro di cinta, allagamento del piano seminterrato della casa di riposo Domus De Maria (successivamente chiusa) e dei locali di diverse abitazioni e attività commerciali in via Caracciolo a San Potito di Roccapiemonte. L’accesso alla strada provinciale – via Caracciolo –è stata interdetta per quasi due anni e recentemente è stata riaperta ufficialmente al traffico. Per due anni, quindi, interdetto l’accessi da via della Fratellanza, con transenne e blocchi in cemento, senza nessuna ordinanza esposta – sottolinea Sessa – mentre l’accesso da via della Pace non è stato sbarrato e comunque non è stata esposta nessuna segnaletica. Insomma, non si è capito se la strada fosse chiusa e per chi, se anche i pedoni non potessero transitare.
«Nonostante le molteplici richieste non è stata esposta e/o comunicata l’ordinanza di chiusura della strada provinciale – sottolinea Sessa -. Ad aprile scorso, con un video messaggio del Sindaco, è stata esplicitata una situazione disastrata in cui difficilmente la strada fosse stata riaperta in tempi precoci e dove in particolare il Sindaco di Roccapiemonte Carmine Pagano dichiarava: «[…] su questa strada, che è stata oggetto di questa famosa esondazione del 4 Novembre, c’è già una perizia di 6-7 anni fa del geologo Dott. Enrico Bottiglieri che dice che al di sotto di questa strada e queste abitazioni ci sono 6 metri di sabbia prima di arrivare ad un terreno solido tipo tufo […]. Il CTU del tribunale di Nocera Inferiore riconosce le lesioni che si sono create nelle abitazioni, riconosce quelle che sono riparabili, riconosce quelle parti che si devono abbattere. Fin quando ci sarà questa situazione e non ci sarà una messa in sicurezza inizialmente delle abitazioni e poi di parte del sottosuolo, la via non potrà essere aperta […]».
Il 21 settembre del 2024, dopo un sopralluogo con la Provincia «senza che ci fosse stato (apparentemente) nessun intervento, la strada veniva improvvisamente riaperta e, con il Nucleo di Protezione Civile di Roccapiemonte (associazione di volontariato), sono stati rimossi transenne e massi e – aggiunge l’architetto rocchese – dalle dichiarazioni del sindaco, sembrerebbe essere stato redatto un verbale con al Provincia di Salerno». Alla fine l’architetto Sessa si chiede se sia stato necessario chiudere la strada, quali lavori siano stati eseguiti per la messa in sicurezza di via Caracciolo e quindi per quali motivi ne è stata consentita la riapertura: «Credo che abbia diritto di sapere se siamo ancora in pericolo, se lo siamo mai stati e per quale motivo siamo stati sottoposti a due anni di disagio».