Comune di Salerno, l’enigma delle progressioni verticali in deroga

Occorre chiarezza

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Sono diversi mesi che al Comune di Salerno si discute del|Regolamento delle progressioni verticali in deroga” per l’avanzamento di carriera all’interno del personale assunto a tempo indeterminato con la possibilità di candidarsi anche con un titolo di studio immediatamente inferiore a quello richiesto per l’accesso dall’esterno (ma con un numero maggiore di anni di esperienza).

LA NORMATIVA
Va chiarito che le procedure sono differenti da quelle dei concorsi perchè il Contratto nazionale di lavoro, all’articolo 13 comma 6 testualmente prevede esclusivamente «di tener conto dell’esperienza e della professionalità maturate ed effettivamente utilizzate dall’amministrazione di appartenenza e dar luogo a procedure valutative cui sono ammessi i dipendenti in servizio».
La norma non comprende prove selettive ma indica, di fatto, di ben considerare le esperienze maturate dai dipendenti nell’Ente e per l’Ente.
In sintesi, tale modalità di progressione “interna” (che nei tempi addietro veniva esperite con modalità diversificate dalle diverse Amministrazioni) ha il fine di premiare (anche a causa del blocco decennale delle carriere) coloro che nel passato hanno mostrato professionalità per conto dell’amministrazione procedete.
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I CRITERI
I criteri da sviluppare nel regolamento da istituire sono obbligatoriamente i tre previsti dagli articoli di riferimento dei vari Contratti nazionali di lavoro (esperienza, titolo di studio e competenze professionali) con l’unico vincolo che ciascuno di questi deve pesare almeno il 20% . Tali pesi, prevede sempre il Contratto, sono definiti dalle amministrazioni previo confronto con i sindacati.

Sembrerebbe evidente che i parametri da individuare nel disciplinare hanno senso se finalizzati ad una valutazione dell’excursus storico della professionalità del dipendente del Comune di Salerno, di fatto già noto all’Amministrazione e valutati, nel tempo, con gli strumenti riconosciuti alla sua classe dirigente (ad esempio le valutazioni delle performance, l’assenza di provvedimenti disciplinari) o attraverso precedenti prove concorsuali messe in essere, dalla stessa, per il profilo in esame.
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LA CONCERTAZIONE
L’amministrazione comunale di Salerno invece, ha iniziato da tempo la concertazione alternando proposte che variavano di volta in volta spiazzando così le organizzazioni sindacali che si ritrovavano a discutere di provvedimenti mutati spesso anche per ingerenze esterne (quali dichiarazione a mezzo stampa) di soggetti che spesso senza competenza specifica esponeva tesi improbabili atte a scombinare la ratio della norma al fine di trasformare il criterio comparativo in un vero e proprio concorso per titoli certificati da istituzioni scolastiche o universitarie riconosciute dal nostro ordinamento ma non sempre strettamente corrispondenti alle capacità richieste per l’incarico da ricoprire.

La pretesa, non sempre disinteressata, di voler parametrare il merito con il possesso dell’attestato ha intorbidito l’avanzamento provocando la spinta verso una corsa al titolo di studio veloce, che a volte anche dietro lauti pagamenti, rischia di diventare merce di scambio per garantire un passaggio di livello a danno delle esperienza lavorativa.11_amazon

L’ULTIMO TESTO
L’ultima rielaborazione del testo esperita unilateralmente dalla dirigenza del Comune il 21 ottobre 2024 ha migliorato sensibilmente le stesure precedenti sotto questo punto di vista ma presenta ancora delle irregolarità nell’impianto che potrebbero essere oggetto di ricorsi (a solo titolo di esempio vi è l’introduzione del dirigente quale certificatore delle capacità digitali) e delle evidenti e inspiegabili sperequazione sulla valutazione tra i titoli di studio dove l’amministrazione (senza entrare nel merito della attinenza di questi con l’incarico da conferire e senza poter valutare la valenza dell’Istituto da cui questo promana) pretende di creare un evidente distinguo esclusivamente sulla votazione degli stessi. Tra questi squilibri spicca inoltre il disvalore prodotto (1 solo punto di differenza) tra il diploma secondario (che di prassi quale titolo di accesso non andrebbe valutato) e la laurea triennale.

Resta ancor più incomprensibile come sia invece fortemente limitato l’unico punteggio (2 punti) che oggettivamente risulta indicativo della capacità di ricoprire l’incarico ossia aver ottenuto idoneità, mediante superamento di esame, in precedenti progressioni verticali. Esami che, per altro, il Comune di Salerno ha espletato meno di due anni fa.
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LA NOVITÀ
Interessante è l’unico elemento “ex novo” dell’ultima bozza, che anche a seguito delle esternazioni di un Consigliere di minoranza nell’ultima assise comunale, ha introdotto il requisito minimo di anni prestati presso il Comune di Salerno che finalmente va nella direzione di valorizzare l’impegno del personale storico dell’Ente. Principio ridimensionato però dal risibile numero di anni individuati (solo 3).

Per concludere, la speranza è che l’amministrazione, sentite le organizzazioni sindacali, corregga le pecche evidenziate nel testo e che riesca a produrre, in tempi brevi, un regolamento che, dissimilmente al regolamento prodotto per l’assunzione dei nuovi i 45 agenti a tempo parziale, sia inattaccabile da ricorsi, mostri l’efficienza e l’imparzialità di chi lo istruisce e garantisca alla città di Salerno, per i prossimi anni, una classe di funzionari preparati con una giusta dose di esperienza nel settore che innalzi la qualità dei sevizi pubblici resi alla cittadinanza.

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