Intanto strani quei silenzi sull’inchiesta
Se ci fosse stata la telefonata sarebbe un tremendo autogol, la prova che il sistema Alfieri esiste.
Se fosse reale anche solo il tentativo di Franco Alfieri di comunicare con l’esterno in questo momento, sarebbe un autogol nel finale della partita. Un’autorete che rischia di essere una prova del sistema Alfieri. Che necessità aveva il presidente della Provincia dietro le sbarre di comunicare con il suo vice? E addirittura, come riporta Le Cronache, attraverso perfino l’uso di un cellulare di un poliziotto penitenziario. Su quella telefonata, il senatore Antonio Iannone (Fdi) ha chiesto al ministro della giustizia Carlo Nordio di fare luce su un episodio che rischia di essere un simbolo di inquinamento delle prove.
IL GIALLO SU QUELLA CHIAMATA
Una telefonata che sarebbe stata diretta al suo vice alla Provincia, Giovanni Guzzo, consigliere comunale di Novi Velia. Per dire cosa? Nelle scorse ore, Guzzo è stato ascoltato come persona informata sui fatti, in merito alla determina del 2023 per l’efficientamento energetico dell’illuminazione pubblica di Novi Velia.
Insomma, se fosse vera questa telefonata, Alfieri avrebbe di fatto dato una prova dell’esistenza di quel sistema che porta il suo nome e che fino ad oggi era una riduzione giornalistica.
La procura di Salerno ha smentito che fosse previsto il trasferimento di Alfieri dal carcere di Fuorni a Poggioreale: un elemento, quest’ultimo, che potrebbe far ritenere che la telefonata non esista. Ma il problema è un altro: più che i presunti autogol di Alfieri è il grande silenzio che ammanta tutta questa storia.
LEGGI ANCHE: Inchiesta Alfieri, nuove perquisizioni in Provincia e Regione. C’è anche Cascone
I DUBBI SULLE REAZIONI
Prevedibile la sospensione dal Pd e quella dalle cariche istituzionali di Alfieri. Prevedibili gli attacchi con il solito armentario di “fritture di pesce”, con centinaia di pagine scritte per attaccare il presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca che l’aveva pronunciata in una riunione privata riferendosi a Alfieri e la sua capacità di fare clientela e portare al voto le persone.
Probabilmente una gaffe di De Luca che ha alimentato un filone giornalistico che ha portato a poco. Si, ma al di là di tutto questo, i commenti sulla vicenda sull’affaire Alfieri così come portato alla luce dalla procura di Salerno quest’anno sono stati tutto sommato soft. Non ci sono stati quegli attacchi che ci si sarebbe potuto attendere soprattutto con l’approssimarsi delle elezioni regionali.
GLI INTERROGATIVI
Perché di questi attacchi non continui e poco performanti? Dove sono le levate di scudi del centrodestra, pronto a protestare per ogni virgola deluchiana? Dove sono quelle azioni forti da parte dei Cinque stelle che pure avevano denunciato la famosa sfilata delle ambulanze all’elezione a sindaco di Alfieri. Una risposta non semplice da fornire.
Sembra che ci si limiti al “minimo sindacale”, senza organizzare quelle crociate che ci si sarebbe attesi. Forse perché Alfieri è uomo di relazioni? Capace di prendere voti a destra come a sinistra? Uno che nel suo territorio è stato capace di stravincere in tre comuni Capaccio Paestum, Agropoli e Torchiara, per i quali ha ottenuto (e speso tanto) in opere che significano lavoro e non solo per le ditte esecutrice?
Un uomo di territorio, un punto di riferimento, quindi. Ha resistito a tante vicende imbarazzanti pur se non lo vedevano come indagato, come quella della frittura di pesce o della sfilata di ambulanze in onore della sua vittoria, appunto.
Come è riuscito a evitare sempre tutto? Furbizia, insussistenza delle tempeste o un contesto non utile, non pronto a chiarire quanto accaduto o addirittura complice?
Le reazioni soft sono causate dalla capacità di Alfieri di racimolare tanti voti tra la destra e la sinistra o per le tante relazioni che questi per anni e anni ha avuto e costruito?
Si teme il coinvolgimento di altri politici e di altri nomi importanti?
Oppure che l’elettorato lo voti ancora e scelga una persona da lui indicata alle prossime tornate elettorali? Altri potrebbero temere proprie quelle relazioni per anni mantenute dal presidente della Provincia: bastava vederlo alla scorsa edizione della Borsa mediterranea del turismo archeologico a Paestum: c’era la fila per parlare con lui, più che con altri.
E POI?
E poi, ci sono quelle intercettazioni iniziate quantomeno a novembre scorso, nel pieno della candidatura a presidente della Provincia: cosa sarà emerso da quelle captazioni in un periodo dove solitamente sono tanti i contatti telefonici?
Reati, patti imbarazzanti o anche solo richieste trasversali? Intercettazioni che potrebbero chiarire o ingarbugliare la matassa investigativa. Si parla anche di un’intervista televisiva lasciata nel 2021, dove sarebbe emerso che Alfieri si sarebbe lamentato di essere sottoposto a più indagini: come faceva a saperlo?
Solo per l’acquisizione di documentazioni?
E poi quegli omissis dell’ordinanza cautelare che ha portato in carcere il presidente della Provincia e che lasciano presagire nuovi indagati e altri filoni d’inchiesta: finora ce ne sono almeno altri due, quello che ha visto indagato anche il consigliere regionale Luca Cascone, poi quella di Novi Velia.
E poi? Quel poi che potrebbe far paura a tanti.