Condanne comunque pesanti, ma non ci sarà previsioni diverse per le espiazioni
Da Nocera avevano trasferito i loro affari a Firenze e dintorni affari, ma non ci fu ‘associazione per delinquere di stampo camorristico. E’ caduta, infatti, l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, tanto che sono state ridotte le pene nel processo d’Appello che riguarda il filone d’indagine per l’esplosione di un ordigno davanti la pizzeria fiorentina “Pizza, cozze e babà”.
LE PENE IN APPELLO
In secondo grado, dunque, i giudici hanno fatto cadere l’aggravante dell’articolo 416 bis. Pertanto, non ci fu camorra esportata a Firenze dall’Agro. Contestualmente sono state ridotte le pene inflitte in primo grado agli imputati. Difeso dagli avvocati Gregorio Sorrento e Giovanni Annunziata, Michele Cuomo, ritenuto il leader dell’omonimo gruppo di Nocera Inferiore, noto come quelli di “Casale Nuovo” passa da una condanna a otto anni di reclusione a sette.
Domenico Rese, invece, da quattro anni e tre mesi a tre anni e sei mesi. Per Vincenzo Rufolo, invece, i giudici hanno portato la pena da tre anni e quattro mesi a due anni e otto mesi. Infine, per Andrea Cutarelli si passati ai due anni e quattro mesi rispetto agli iniziali tre anni ricevuti in primo grado. Adesso il collegio difensivo attende le motivazioni della sentenza per valutare un eventuale ricorso in Cassazione.
LA BOMBA A FIRENZE ATTIRO’ L’ATTENZIONE
La vicenda dell’esplosione di un ordigno davanti al locale “Pizza, cozze e babà” di via Gabbuggani a Firenze, la notte tra il 22-23 febbraio 2021, a un anno dall’apertura del locale, aveva portato la Dda fiorentina a individuare il movente: un ’messaggio’ mafioso nel contesto di una guerra tra clan di camorra a Nocera Inferiore. La pizzeria, secondo gli inquirenti, era diventata base delle riunioni di un clan per gestire i suoi affari criminali a Firenze, specie il traffico di droga.
Le indagini erano sfociate in 10 arresti, quindi nelle condanne del giudice, col rito abbreviato, di 3 presunti mandanti per danneggiamento, detenzione e porto illegale di esplosivi, entrambi aggravati dal fine di agevolare “quelli di Piedimonte”, altro gruppo gruppo criminale nocerino. Le indagini erano proseguite disvelando pesanti infiltrazioni nel territorio fiorentino. Cuomo, Rese, Rufolo e Cutarelli erano accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere con l’aggravante mafiosa finalizzata alla ricettazione, al furto, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco ed esplosivi (pistole e munizionamento), violazione della normativa sulla immigrazione, al riciclaggio tramite una società-schermo.
Il Tribunale aveva diversamente qualificato il reato di associazione per delinquere in concorso di persona, finalizzato, a vario titolo, per la violazione della normativa sulle armi, sugli stupefacenti, la ricettazione di bici e l’usura con l’aggravante di aver agevolato la camorra: venuta meno l’associazione a delinquere di stampo mafioso, ma era rimasta l’aggravante della agevolazione degli affari del clan Cuomo. Ora è caduta anche quest’accusa come aveva già determinato il Riesame di Salerno nel processo “Un’altra storia 1”.