«Inopportuno il ricorso contro le elezioni, frutto di logiche politiche esterne»

Duro documento della consigliera comunale Annalisa Carleo di Nocera Superiore. Chi è la longa manus che agisce dall’esterno?

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Nelle scorse ore il comunicato stampa sul ricorso al Tar per invalidare le elezioni da parte di tre distinti ricorrenti, Raffaele Satiro, consigliere comunale uscente, il candidato sindaco Rosario Danisi e dell’ex rappresentante in consiglio comunale Paolo Sessa.

Una notizia che aveva fato scalpore, anche se in molti attendono ancora di leggere il contenuto e su quali basi si fondano il ricorso, anche se sembra che il tutto ruota attorno alla posizione di ineleggibilità di Gaetano Montalbano, che per alcuni sarebbe incandidadibile. Certo, era apparso strano che nessun candidato eletto nelle file dell’opposizione avesse sottoscritto il ricorso, pur essendo i principali interessati.
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Nelle scorse ore un documento della consigliera comunale Annalisa Carleo, che siede all’opposizione in assise comunale, che prende una posizione nel merito e anche politicamente, non condividendoli anche eticamente, fin ad avere dubbi su quali siano le logiche che siano dietro a uno o più ricorsi.

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IL COMUNICATO DI ANNALISA CARLEO
Scrive la consigliera comunale di opposizione: «Nella qualità di Consigliere comunale, ritengo doveroso esprimere il mio pensiero e chiarire, al contempo, la mia posizione in merito al ricorso al Tar firmato e presentato da alcuni cittadini, al fine di ottenere l’annullamento delle Elezioni comunali tenutesi lo scorso giugno a Nocera Superiore. Seppur nel pieno rispetto della legittimità della scelta effettuata, non ne condivido l’opportunità sia sotto il profilo politico che etico-morale.

I cittadini chiamati al voto, infatti, hanno espresso in maniera democratica una chiara volontà popolare, tradottasi nell’esito amministrativo a tutti noto, vagliato e certificato al termine di oltre un mese di lavoro dalla Commissione Elettorale Mandamentale insediata».
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LA PESANTE STOCCATA
Nel comunicato, Carleo affonda una sciabolata: «Credo che il ricorso presentato, preme ribadire, nonostante rappresenti l’esercizio di un legittimo e sacrosanto diritto riconosciuto dalla vigente normativa – risponda più a logiche politiche e personali esterne alla nostra comunità, probabilmente riconducibili alla longa manus di qualcuno intenzionato a trasferire in sedi diverse le sorti della città, sottraendole, quindi, al sano confronto dialettico e di contenuti, da concretizzare esclusivamente nel luogo deputato qual è il Consiglio Comunale.

Tale scelta, infatti, seppur apparentemente legata ed ancorata alla necessità di ripristinare il principio democratico, scalfito e leso da un esito elettorale viziato dall’incandidabilità di uno dei competitor, come paventato all’opinione pubblica, in concreto, cela recondite e diverse finalità. Ai Tribunali preferirò sempre il Consiglio Comunale: luogo deputato al dialogo costruttivo per la comunità, oltre gli steccati ideologici e di partito, nel rispetto della rappresentanza popolare ricevuta e del bene comune».

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