Lei di Salerno, lui spagnolo, terranno aperta una chiesa senza parroco in Spagna

L’incarico ai novelli sposi potrebbe costituire un esempio per le realtà in spopolamento della provincia di Salerno e per far fronte alla crisi vocazionale. Ecco cosa faranno

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Lei archeologa del quartiere Carmine a Salerno, lui spagnolo storico dell’antichità, sono stati nominati incaricati pastorali della parrocchia di Santa Maria, a Cubelles, in Spagna. La cittadina di 17mila abitanti vicina a Barcellona non poteva essere seguita giornaliermente dal parroco che deve attendere a più comuni e così la scelta della 33enne salernitana e del 31enne marito spagnolo per avere un ruolo particolare nella parrocchia.
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IN SPAGNA PER AMORE
I due protagonisti di questa bella storia si sono conosciuti grazie alla passione per le “cose antiche”. Chiara Romano, infatti, è un’archeologa che ha svolto la magistrale a Bologna ed era residente nella parte alta del quartiere Carmine. Il marito, Juan Rodriguez Segura, è uno storico dell’antichità che ha frequentato il dottorato in Italia. Si sono conosciuti a Padova per il tramite di comuni amici. Dopo poco i due si sono sposati e trasferiti nella cittadina del marito spagnolo. Chiara Romano ora frequenta il dottorato in Storia Antica all’Università di Barcellona.
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LA CHIAMATA
La coppia è credente e praticante. Lei, prima del matrimonio, frequentava la chiesa di Santa Maria della Consolazione a via Valerio Laspro a Salerno. Dopo poco il trasferimento dei marito e moglie a Cubelles, è morto il parroco di Santa Maria e il nuovo sacerdote si è trovato ad essere l’unico sacerdote per tre comuni. È nata così l’idea di dare un ruolo speciale alla coppia di sposi italo spagnola.

Il vescovo, monsignor Agusti, li nominati incaricati parrocchiali della chiesa di Santa Maria a Cubelles, cittadina di 17mila abitanti. Non hanno solo il compito di aprire e chiudere la chiesa, ad appannaggio anche di altri, ma quello di tenere viva la comunità. Curano tutti i servizi amministrativi della chiesa, organizzano le attività della parrocchia, secondo le dirette del parroco e operano assieme ad altri parrocchiani in molteplici campi anche di assistenza. I due abitano anche nella casa parrocchiale.
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LA RISPOSTA
«Quando ci è stata fatta la proposta – spiega Chiara Romano – ne abbiamo parlato nella coppia e abbiamo deciso di prestare il nostro servizio. Il parroco ha tre comunità da seguire e aveva bisogno di un aiuto. E così noi attendiamo a tutte le necessità della nostra parrocchia, dal certificato per un battesimo all’accoglienza di chi ha bisogno di un aiuto. Gli altri fedeli ci danno una mano. Animano la Caritas e con loro riusciamo a garantire tutti i servizi e ad attuare quelle iniziative che con il nostro parroco abbiamo deciso di intraprendere. È una bellissima esperienza. Una scelta innovativa che la fede in Dio ci ha dato la forza di affrontare».

E il marito: «Quando il parroco è in altre comunità dirigo io la liturgia della parola in modo che la nostra parrocchia abbia sempre la possibilità di essere aperta al servizio dei fedeli. Abbiamo ricevuto un’apposita formazione grazie anche al nostro vescovo che ci ha permesso, con l’aiuto di tutta la nostra comunità di svolgere questo servizio che ha grande consenso fra i fedeli. Il nostro impegno non è solo per l’accoglienza ma per i corsi di catechesi per i bambini e per gli adulti, l’accoglienza e la vicinanza ai fedeli in tutte le attività di una parrocchia».

L’ESEMPIO
Questo della coppia italo spagnola potrebbe essere un esempio da seguire in molte parrocchie, specie nelle aree interne e popolate anche della provincia di Salerno, per tenere aperte e funzionanti le chiese.

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