Grave il premier slovacco Fico, ferito a colpi di arma da fuoco

Esplosi diversi colpi di pistola

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Questo pomeriggio, subito dopo la riunione di governo a Handlova, vicino Bratislava, un attentatore ha esploso diversi colpi di pistola contro il premier della Repubblica di Slovacchia. Robert Fico sarebbe stato colpito all’addome, al petto e ad un arto da almeno 3-4 colpi d’arma da fuoco e sarebbe stato trasportato in eliambulanza in ospedale.

L’attentatore si sarebbe nascosto tra la folla radunata davanti all’edificio dove stava parlando il primo ministro, poi è stato fermato da alcuni passanti e dalle forze di sicurezza, infine arrestato dalla polizia.
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Sulla pagina del premier si legge: «Oggi R. Fico è stato vittima di un attentato. Gli hanno sparato più volte ed è attualmente in pericolo di vita. È stato trasportato in elicottero a Banská Bystrica, perché il trasporto a Bratislava richiederebbe troppo tempo a causa della necessità di un intervento urgente. A decidere saranno le prossime ore».
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CHI HA SPARATO?
attentatore-arrestato-RTAliveL’aggressore sarebbe un 71enne, originario di Joi. Secondo il portale Denník N, il sospetto attentatore – arrestato immediatamente dopo gli spari – è nato nel 1953 e ha utilizzato una pistola legalmente posseduta. Per la tv Joj, l’uomo sarebbe originario della cittadina di Levice. Il portale web aktuality.sk identifica l’attentatore come «un uomo di sinistra di 71 anni, JC Bran» che tra l’altro avrebbe «pubblicato diverse raccolte di poesie» e «nel 2016 ha lavorato per un servizio di sicurezza privato».
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CHI È ROBERT FICO
Divenuto filorusso, sessantenne, è stato premier dal luglio 2006 al luglio 2010 e dall’aprile 2012 al marzo 2018, quando si dimise, dopo le proteste di piazza seguite all’assassinio del giornalista slovacco Ján Kuciak (e della sua compagna), ucciso mentre stava compiendo una serie di indagini su corruzione e truffe intorno ai fondi strutturali dell’Unione europea e aveva anche poi scritto (articolo pubblicato dopo la sua morte) l’esistenza di rapporti tra la ‘Ndrangheta calabrese e alcuni membri del governo Fico, poi dimessisi.
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Tra coloro che si dimisero il ministro della cultura Marek Maďarič, il ministro dell’interno Robert Kaliňák (travolto dalle proteste di piazza e accusato di aver mentito sui rapporti del governo con i criminali della ‘Ndrangheta, sospettati, arrestati e poi rilasciati, di avere avuto un ruolo nell’omicidio) e Fico. Quest’ultimo si era visto costretto a rassegnare le dimissioni dopo che Most-Híd, uno dei tre partiti di maggioranza, aveva annunciato di voler richiedere nuove elezioni nel caso in cui non vi fosse stato un rimpasto di governo. Nel 2023 è stato rieletto premier.

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