I familiari di Concetta Di Benedetto chiedono la verità sul suo decesso
Negligenza dei medici o una fatalità a causare la morte di Concetta Di Benedetto, la 73enne di Castel San Giorgio spentasi lunedì scorso all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore dopo quasi 20 giorni di agonia? È quanto vogliono sapere i familiari che hanno sporto denuncia al locale commissariato.
Concetta Di Benedetto era stata trasportata in ospedale a seguito di una brutta caduta avvenuta lo scorso 28 marzo, giovedì Santo, a Castel San Giorgio. Concetta, amata e benvoluta da tutti per il suo carattere solare, gioioso e generoso, quel giovedì pomeriggio stava raggiungendo la chiesetta della Santissima Annunziata, sulla omonima collinetta che si erge al centro di Castelluccio, frazione di Castel San Giorgio.
Lungo la strada cade accidentalmente a terra. Nella caduta riporta varie fratture: polso, gomito e spalla. Vengono allertati i soccorsi che faticano a raggiungere il luogo dell’incidente, accessibile solo a piedi. La signora Concetta arriva al pronto soccorso dell’Umberto I intorno alle 17.00, viene subito presa in carico dai sanitari, medicata e trasferita in reparto.
Alla donna viene applicata una fasciatura in attesa di un intervento rinviato a dopo le festività pasquali, tra il martedì ed il venerdì successivo. Concetta però sta bene, anche nel letto d’ospedale non perde la sua notoria simpatia, scherza con tutti sull’accaduto e chiede ai figli di poter ritornare a casa per la Pasqua, “poi torno dopo le feste e facciamo l’intervento”.
Anche i familiari della donna sono sollevati, i medici parlano di una frattura scomposta al polso, di una frattura alla spalla e di un gomito ancora da controllare con una tac, ma nulla di grave. La fasciatura impedisce però ai familiari di rendersi conto della situazione ma la figlia, da come gli avevano riferito i medici, ricorda bene di un polso, oltre che fratturato, anche lacerato con fuoriuscita di sangue. In ospedale sono tutti tranquilli,i medici rassicurano i familiari e rimandano il tutto all’intervento chirurgico da farsi in un’unica volta, contemporaneamente avrebbero messo a posto polso, gomito e spalla.
Fino a domenica sera, giorno di Pasqua, la signora Concetta sta bene, riferisce solo di una strana sudata. Il lunedì mattina, lunedì in Albis, però, accade qualcosa di strano.
La figlia si preoccupa quando, prima la madre non risponde a telefono e poi, sentendola, si accorge che la donna ha grosse difficoltà a parlare. Si precipita così in ospedale ma i medici minimizzano, attribuendo il tutto ad un forte mal di gola che curano subito con un antibiotico. I familiari di Concetta danno per buona quella diagnosi e si sforzano di stare tranquilli ma le condizioni della donna peggiorano. I camici bianchi dinanzi ad un quadro clinico serio, ipotizzano, a questo punto, una possibile ischemia.
Martedì 2 aprile la situazione precipita, i medici la intubano a seguito di una crisi respiratoria. Solo dopo un giorno, esclusa l’ischemia, i medici dell’Umberto I si accorgono della grave infezione in atto, presumibilmente da tetano, contratto a seguito della ferita riportata durante la caduta.
Sempre i sanitari chiedono ai familiari se la donna fosse coperta da un eventuale vaccino. Nel frattempo Concetta Di Benedetto viene anche operata alla spalla ed al gomito, le vengono applicati dei ferri, l’intervento riesce bene ma l’infezione continua ad avanzare e lunedì mattina il suo cuore cessa di battere. I familiari, straziati dal dolore, hanno sporto denuncia e chiedono di sapere se Concetta poteva essere salvata. La salma della donna è ora sotto sequestro, in attesa di disposizioni da parte della magistratura.