Intervento dei carabinieri del comando specializzato nella lotta alla falsificazione alle monete e dei documenti
Era a Scafati uno centri di distribuzione di documenti personali falsificati. Era in capo ad un un 50enne marocchino residente al centro. L’uomo operava nella sua abitazione come punto di appoggio e soprattutto su Napoli. Questa mattina, i militari della sezione napoletana del comando antifalsificazione monetaria hanno sottoposto a sequestrato preventivo l’immobile di Scafati dove venivano conservati i documenti e abita il 50enne extracomunitario.
Il 50enne avrebbe collaborato con l’associazione per delinquere che agiva soprattutto su Napoli ed era finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla falsificazione e distribuzione di ingenti quantitativi di banconote di altri stati. Il gruppo criminale agiva attraverso intermediari stranieri per rifornire diverse filiere per la distribuzione di ingenti quantitativi di passaporti falsi in bianco, pronti per la stampa di personalizzazione perfezionata con l’apposizione delle foto e dei dati identificativi degli utilizzatori finali.
LA LOTTA AI FALSI DOCUMENTI E SOLDI IN CAMPANIA
Oltre i documenti ad essere falsificati erano anche il denaro e carte di circolazione auto. Il Comando carabinieri antifalsificazione monetaria di Roma, in collegamento con l’Europol, nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Napoli hanno eseguito tre arresti e sei divieti di dimora in Campania, oltre a sequestri di beni patrimoniali. I nove indagati sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione e distribuzione di patenti di guida, carte di circolazione, documenti identificativi nazionali validi per l’espatrio, perfezionata anche mediante la contraffazione di sigilli di stato su pellicole ologrammate di sicurezza.
L’intera organizzazione gravava soprattutto su Napoli ed era finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla falsificazione e distribuzione di ingenti quantitativi di banconote di altri stati. Il gruppo criminale agiva attraverso intermediari stranieri per rifornire diverse filiere per la distribuzione di ingenti quantitativi di passaporti falsi in bianco, pronti per la stampa di personalizzazione perfezionata con l’apposizione delle foto e dei dati identificativi degli utilizzatori finali.
LA CENTRALE MALTESE
Nell’isola al centro del Mediterraneo numerosi stranieri, soprattutto dei paesi sub-sahariani e mediorientali, utilizzavano i falsi documenti identificativi nazionali, riuscendo così ad imbarcarsi su voli diretti verso altri paesi europei, senza dover passare i più rigorosi controlli previsti dai viaggiatori provenienti dai paesi extra-Schengen. Ad operare anche le autorità maltesi che hanno proceduto alla perquisizione del referente locale del canale distributivo.
DOCUMENTI MOLTO BEN FATTI
I documenti falsificati, pur se non dotati di microchip necessari per i controlli elettronici dei dati biometrici, considerando l’ottima qualità realizzativa, riuscivano a superare efficacemente i controlli visivi degli operatori di polizia preposti alle attività di frontiera. Ma al passaggio in Belgio, Svizzera, Francia e Italia (aeroporti di Treviso, Bergamo e Pescara) gli stranieri provenienti dall’Italia o da Malta esibivano i passaporti falsificati e in molti casi venivano comunque scoperto.
L’INCHIESTA DEI CARABINIERI
Ad eseguire le indagini diversi corpi di polizia coordinate da Europol nell’ambito di un’indagine della Dda di Napoli. Le indagini avviate nel settembre 2020 dalla 1^ Sezione Roma del comando carabinieri antifalsificazione monetaria, estese in campo internazionale sul canale Europol (Migrant-Smuggling) e sviluppate con il supporto specialistico della Sezione di Grafica del Reparto Investigazioni Scientifiche Carabinieri di Roma, hanno consentito di delineare un’articolata organizzazione criminale, stabilmente radicata a Napoli, Somma Vesuviana, Marano Di Napoli, Portici, Casoria e a Scafati, strutturata per comparti di specializzazione e su più siti produttivi interconnessi, gestiti da soggetti associati. Tutti gli indagati possedevano notevoli e diversificate competenze tecnico – tipografiche, dedita alla falsificazione e distribuzione di passaporti, titoli di viaggio per stranieri, documenti di viaggio per rifugiati, permessi di soggiorno, carte di identità e patenti di guida italiane.
La stessa gang interagendo con esponenti della criminalità partenopea, produceva anche carte di circolazione straniere necessarie al perfezionamento delle procedure di nazionalizzazione, strumentali al riciclaggio di veicoli rubati in Italia e all’estero e ingenti quantitativi di banconote false da 20.000 franchi congolesi, per complessivi 54 milioni, destinati all’immissione nel circuito economico – finanziario della Repubblica Democratica del Congo. Il Gip del tribunale di Napoli ha sottoposto a sequestro complessivo di beni, per un valore complessivo stimato di un milione di euro circa.