“Pignataro è ammalato e deve stare vicino ad un ospedale attrezzato”

Il trasferimento in una struttura milanese probabilmente dopo l’esito del Riesame, se non interverrà un’altra misura cautelare

Il 67enne boss Antonio Pignataro di Nocera Inferiore, come già anticipato da La Città nei giorni scorsi, non è compatibile con il regime ordinario carcerario, ma deve essere trasferito in un penitenziario che sia nei pressi di una struttura sanitaria dove possa essere curato. L’ospedale, come indicato dal medico consulente del Gip del tribunale di Catanzaro è uno a Milano.

Ad oggi si attende ancora il trasferimento che potrebbe avvenire dopo il Riesame che si terrà il 13 febbraio prossimo, Non si esclude neanche che nel frattempo possa esserci la sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari o altra misura più lieve. Per Pignataro, il problema è che pur beneficiando di musure alternative al carcere si trovava a Scalea, quindi lontano da Nocera Inferiore, ma comunque avrebbe continuato in azioi delittuose, occupandosi di sostanze stupefacenti.
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LE IPOTESI DI ACCUSA

Il 13 febbraio Pignataro affronterà il Riesame, come gli altri arrestati nell’inchiesta sul traffico di droga tra la Calabria, l’Agro nocerino e il Vesuviano. Il boss era tornato il mese scorso in carcere indagato di far parte dell’associazione finalizzato al traffico di droga, capeggiato dall’oplontino Domenico Tamarisco (arrestato lo scorso anno dalla Dda di Salerno) e del quale avrebbe fatto parte anche il 48enne Ivano Busiello, detto “Bro”, stabiese di nascita ma residente a Scafati, assistito dall’avvocato Giuseppe Fedele.
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Nella stessa inchiesta, ma non accusato di far parte dell’associazione, è stato arrestato anche il 46enne Gianluca Lano di Pagani, difeso dall’avvocato Rino Carrara.

Importante nel prosieguo delle indagini sarà anche l’eventuale attività processuale sull’inchiesta madre di quella di Catanzaro, quella Direzione distrettuale antimafia di Salerno che ha portato, come ricordato, all’arresto del 50enne Domenico Tamarisco di Torre Annunziata. Davanti al Gip di Catanzaro, per gli interrogatori di garanzia, Pignataro, Busiello e Lano si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
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Foto di copertina dall’intervista de Le Iene del 2017, quale autore dell’omicidio di Simonetta Lamberti, la bimba di 11 anni figlia del magistrato di Sala Consilina, Alfonso Lamberti, uccisa il 29 maggio 1982 in un agguato di camorra a Cava de’ Tirreni

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