Omicidio di Castel San Giorgio, spunta un traffico illecito di permessi di soggiorno

I retroscena e le testimonianze del delitto che vede indagato il 65ennne ragioniere di Roccapiemonte. Ora tremano tanti datori di lavoro

Cosa legava Hadraoui Mssad, detto Zaccaria, il 54enne di origini marocchine trovato cadavere il 31 gennaio scorso tra i rifiuti su di una piccola piazzola lungo i tornanti di via Claudia Lanzara a Trivio di Castel San Giorgio con Gerardo Palumbo, 65enne ragioniere di Casali di Roccapiemonte, arrestato per il suo omicidio? All’interrogativo ha dato una risposta la moglie di “Zaccaria”.
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I PERMESSI DI SOGGIORNO
La moglie della vittima ha rivelato ai carabinieri che il marito intratteneva contatti quotidiani con Palumbo finalizzati all’organizzazione dell’ingresso in Italia di circa 15 persone, a fronte del pagamento al Palumbo di circa 3-4 mila euro a persona, e ciò in ragione della “interposizione” del 65enne rocchese con datori di lavoro italiani per i contratti necessari alla regolarizzazione degli immigrati e dunque al successivo rilascio dei visti necessari per l’ingresso in Italia dei cittadini marocchini. Ora a preoccuparsi sono anche i molti datori di lavoro che avrebbero fatto parte del giro.

LE INDAGINI
Il particolare dei permessi di soggiorno è emerso durante le indagini che hanno portato il Gip del tribunale di Salerno a disporre la custodia cautelare in carcere per il 65enne rocchese, difeso dall’avvocato Marco Martello. Il legame tra i permessi di soggiorno e l’omicidio è in corso di valutazione e sarà la procura di Nocera Inferiore a dover procedere. Nulla è dato di sapere della versione di Palumbo, in quanto per due volte si è avvalso della facoltà di non rispondere ai giudici.
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LA RICOSTRUZIONE

I carabinieri della compagnia di Mercato San Severino, della stazione di Castel San Giorgio e del Nucleo investigativo di Salerno hanno ricostruito le varie fasi dal giorno della scomparsa di Hadraoui Mssad da Castel San Giorgio, al suo ritrovamento il 31 gennaio scorso morto con un colpo sparato in testa e tra i rifiuti su di una piccola piazzola lungo i tornanti di via Claudia Lanzara a Trivio del comune dove abitava da decenni.
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Secondo gli inquirenti Palumbo nella tarda mattinata di lunedì 29 gennaio, dopo aver fatto salire “Zaccaria”, amico di vecchia data, a bordo della sua auto ed averlo condotto in un luogo isolato, gli avrebbe esploso un colpo d’arma da fuoco, attingendolo al capo e provocandone la morte.
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A conferma di tale versione alcuni filmati di telecamere di videosorveglianza private che alle ore 11:52:59 del 29 gennaio riprendono il passaggio della Smart di Palumbo che a velocità sostenuta percorreva la strada verso il castello in salita. Quando il veicolo è inquadrato dalla telecamera di videosorveglianza privata, gli inquirenti riconoscono chiaramente il conducente della vettura, cioè Gerardo Palumbo, mentre al lato del passeggero il riflesso del vetro non consente di distinguere l’identità della persona a bordo.

Sempre le telecamere registrano nuovamente il passaggio della stessa Smart alle ore 12:03:59 in discesa per via Lanzara. Dalle immagini si nota chiaramente che il vetro del lato passeggero è aperto o mancante e che il conducente del veicolo si sposta sul lato passeggero, accovacciandosi ed abbassando la testa durante il passaggio davanti la telecamera di videosorveglianza nel tentativo di non essere ripreso.

QUEI MINUTI SUL TORNANTE VERSO L’EREMO
Palumbo è sospettato di essere arrivato sulla piazzola, di aver fatto cadere il corpo della vittima dalla sua Smart, averlo trascinato per poco più di un metro e ricoperto con dei sacchi della spazzatura abbandonati nella piazzola situata proprio sotto l’eremo di Santa Maria a Castello e dove sono ancora visibili i segni della drammatica esecuzione, la scia di sangue e i pezzi di vetro del finestrino della Smart.QUEI-MINUTI-SUL-TORNANTE-VERSO-L’EREMO-RTAlive

LA DENUNCIA DELLA SCOMPARSA
La moglie di Hadraoui Mssad nella giornata di martedì 30 gennaio ha denunciato ai carabinieri della stazione di Castel San Giorgio la scomparsa del marito. La donna riferisce ai militari che il marito era uscito di casa verso le ore 9.30 del giorno precedente per incontrarsi con Palumbo del quale mostra una fotocopia del documenti di riconoscimento. La moglie di “Zaccaria” continua il suo racconto e dice di aver sentito il marito telefonicamente verso le ore 11.30 circa del 29 gennaio e che le aveva detto di trovarsi in compagnia del Palumbo, con la vettura di quest’ultimo. I due si sarebbero diretti verso l’aeroporto di Napoli, per un motivo non meglio precisato. La donna poi rileverà ai carabinieri dei permessi di soggiorno.

I RISCONTRI
A riscontro di quanto affermato, la moglie della vittima ha prodotto anche una serie di elementi, tra cui alcune conversazioni tra Palumbo e il marito, inviatele da quest’ultimo sul suo cellulare.

Le immediate ricerche attivate dai carabinieri della stazione di Castel San Giorgio guidati dal comandante Massimiliano Senatore hanno consentito di constatare che Msaad Hadraoui era effettivamente irreperibile e che il suo telefono in uso aveva avuto come sua ultima localizzazione un campo di via Pentagna sempre a Castel San Giorgio, distante qualche chilometro dalla località Trivio, intorno alle 13.35 di lunedì 29 gennaio.

Solo due giorni dopo, mercoledì 31 gennaio, alle 17.30 circa, alcune ragazze a piedi hanno fatto la macabra scoperta e viene rinvenuto il cadavere del 54enne marocchino.

GLI ELEMENTI DI PROVA
Oltre alle immagini delle telecamere, si aggiungono al quadro indiziario le macchie di sangue rinvenute dai carabinieri nella Smart, uno dei due finestrini dell’auto è effettivamente rotto, gli stessi stivaletti indossati dal Palumbo il giorno dell’omicidio e poi anche quello del fermo, risultati intrisi di macchie ematiche, e poi le pistole regolarmente detenute di cui una con un caricatore con solo 11 proiettili (di cui uno ancora in canna), a fronte di una capacità complessiva di 15 colpi dell’arma.

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