Cosa sta accadendo per i verbali e il possibile buco nei bilanci
Da mesi a Nocera Inferiore c’è un grande interrogativo sui conti pubblici comunali. Si parla di 300 mila euro, si teme 800 mila euro. Il buco è quello che sarebbe stato causato dalla mancata notifica delle contravvenzioni al codice della strada contestate dalla polizia locale, ma mai notificate e che pur fanno parte del bilancio. Ma cosa è successo?
LA SCOPERTA
Il primo ad accorgersene è il consigliere comunale di opposizione Giovanni D’Alessandro che il 12 settembre dello scorso anno produsse un’istanza di accesso agli atti al comandante della polizia locale, Fulvio Testaverde. Il consigliere ha chiesto spiegazioni sulla lavorazione, produzione e notificazione dei verbali di accertamento. Nessuno ha dato una risposta. D’Alessandro ha sollecitato una risposta alla Segretaria comunale il 7 novembre. Il 9 novembre un’ulteriore istanza del docente universitario, in cui si chiedeva la specifica periodica dei dati. Sempre D’Alessandro interessò un’email il presidente della commissione di vigilanza e controllo, ex sindaco e attuale consigliere comunale di opposizione, Antonio Romano.
Nelle ultime settimane un sollecito ad una risposta sarebbe arrivata al comandante Testaverde dalla segretaria Ornella Nasta.
L’ “INDAGINE”
L’amministrazione comunale del sindaco Poalo De Maio ha nominato un commercialista Bartolomeo Citra per aiutare a dare una risposta e a ricostruire i fatti, entro 90 giorni. Il buco sarebbe di 300mila euro ma si teme che si possa arrivare a 800 mila. Anche questo dovrà chiarire il commercialista che dovrà appurare se c’è stata la corretta migrazione dei dati per consentire la notifica dei verbali.
C’è chi parla di responsabilità contabile che potrebbe rivalersi sull’amministrazione De Maio o quantomeno sui conti comunali. Alcuni pensionamenti nella polizia locale e i pochi messi notificatori avrebbero causato i ritardi. In questi mesi, alle notifiche dei verbali ci sarebbe solo una persona. Il comandante Testaverde avrebbe risposto ad Antonio Romano di non essere in condizione di dare informazioni per non avere il flusso di notizie fornite dall’azienda di telecomunicazioni che deteneva il servizio di trasmissione dati, tanto poi da denunciarla.