Quattro notti in cella per Nicola Oddati poi ai domiciliari, dopo ore di interrogatorio

Nell’inchiesta sul Rione Terra a Pozzuoli, che vede coinvolti almeno quattro esponenti del Pd (due campani, uoo calabrese e uno pugliese)

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Il 60enne politico battipagliese aveva detto che non si trattavano di mazzette, ma di prestiti, i soldi ricevuti dall’imprenditore vincitore dell’appalto.

Ieri sera, Nicola Oddati esponente di spicco del partito democratico a livello nazionale, rappresentante della Regione Campania nella conferenza Stato-Regioni, con ufficio nel centro storico di Roma, ha ottenuto gli arresti dopo 4 giorni di carcere. Il 60enne noto politico di Battipaglia (segretario provinciale dei Ds in provincia di Salerno e poi consigliere comunale a Napoli, un passato da Bassoliniano e poi da Deluchiano è sott’inchiesta per traffico di influenze e turbativa d’asta.

LA DIFESA
Solo prestiti dati dall’imprenditore puteolano Salvatore Musella a Nicola Oddati che si trovava in un momento di difficoltà, ma nessuna corruzione. il Gip del tribunale partenopeo E I PM haNNo rivolto aL 60enne Battipagliese quasi due ore di domane. Oddati, ha risposto dai soldi trovati in uno zaino dalla polizia a Roma, all’uscita dagli uffici della Regione Campania in via Poli ai viaggi dell’imprenditore Musella a casa del politico dem a Battipaglia, agli interessi per gli appalti non solo al Rione Terra a Pozzuoli, principale asse dell’inchiesta della procura di Napoli, ma anche quelli per i lavori in Calabria e in Puglia. «Oddati non era al corrente delle precise attività di Musella pur essendo suo amico, al quale si è rivolto per ricevere solo dei prestiti», ha affermato l’avvocato Vittorio Giaquinto, suo difensore.
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LA DIFESA DI COSTRUTTORE MUSELLA
Figura centrale dell’inchiesta l’imprenditore edile di Pozzuoli Salvatore Musella che voleva gestire l’Antica Rocca, edificio al Rione Terra con vista mozzafiato su golfo della sua città puteolano. Difeso dal professore Stefano Montone e dall’avvocato Nicola Pignatiello, l’imprenditore ha risposto alle domande, fornendo anche dei chiarimenti su aspetti tecnici legati all’appalto del Rione Terra. «Il nostro assistito ha risposto a una serie di quesiti che gli sono stati posti e si è mostrato disponibile alla narrazione della vicenda con la massima trasparenza e disponibilità», ha affermato l’avvocato Montone. Anche la difesa dall’imprenditore sta preparando una istanza per chiedere la revoca della misura cautelare.

LA DIFESA DELL’EX SINDACO VINCENZO FIGLIOLIA
Vincenzo Figliolia, assistito dall’avvocato Luigi De Vita, è stato interrogato per circa due ore incentrato in particolare sull’appalto dell’Antica Rocca. Per il legale dell’ex sindaco puteolano, «nello stesso contesto temporale Figliolia ha compulsato per l’appalto al Rione Terra molti altri imprenditori, oltre a Musella, perché il suo primario interesse era individuare professionalità qualificate e forze economiche capaci di valorizzare al meglio le potenzialità della struttura finita al centro dell’indagine». Anche per Figliolia pronta la richiesta di scarcerazione da parte del suo legale.
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GLI INTERROGATORI DEI COLLABORATORI DEL COSTRUTTIRE
Interrogato a Varese anche il quarto indagato finito agli arresti in carcere, l’ex presidente dell’Enit Giorgio Palmucci. Ieri mattina è toccato ai collaboratori di Musella ristretti ai domiciliari, Salvatore Della Corte e di Gianluca Flaminio. Specie quest’ultimo potrà riferire fatti sulle auto che sarebbero state date all’esponente dem di Battipaglia e sulla ristrutturazione di una casa di un’amica sempre di Oddati. Tra il politico battipagliese e Flaminio anche molte intercettazioni telefoniche da spiegare. Entrambi difesi dall’avvocato Nicola Pignatiello, hanno detto di essere solo collaboratori di Musella ma non di sapere altro. Della Corte ha anche parlato del parcheggio che gestivano a Pozzuoli e di non aver mai subito pressioni per assumere personale che, in realtà, non trovavano a causa del reddito di cittadinanza.

GLI ALTRI INTERROGATORI
Subito dopo saranno eseguiti gli interrogatori per le cinque persone sottoposte all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria: Giovanni Bastianelli (all’epoca dei fatti direttore esecutivo dell’Enit), il dipendente del comune di Pozzuoli Angelo Tortora (collaboratore di Figliolia), Antonio Carrabba, collaboratore di Musella, Sebastiano Romeo, ex consigliere della Regione in Calabria e candidato a segretario provinciale del Pd a Reggio Calabria, e Luciano Santoro, anche lui del Partito Democratico, candidato alla segreteria Provinciale Pd di Taranto, ex assessore comunale a Grottaglie.

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