Un bambino, un piccolo uomo bardato di sciarpa e bandiera, rigorosamente di color rosso e nero. Dopo un boccone veloce, di corsa allo stadio, per la prima volta dinanzi al Santuario del calcio cittadino: il San Francesco. Arrivato all’ingresso, inizia a chiedere agli adulti: “Signore, mi fate entrare con voi, vorrei vedere la partita”. Una serie di tentativi, sin quando arriva quello giusto e varcati i cancelli, subito in curva; davanti agli occhi la meraviglia, il Tempio. Il panorama del manto verde, sembra una distesa infinita ed intorno la cornice del tifosi: tribuna da un lato e distinti dall’altra. Il cuore é a mille, le emozioni tantissime, fatte di gioia e tristezza, legate alle fasi di gioco ed ai gol. E si canta, assiepati e stretti, tutti insieme come se ci fosse una voce sola, una solo anima, un solo amore: la Nocerina.
Auguri, vecchio San Francesco: sono 100 anni.
Giuseppe Colamonaco