Manca interventi radicali
Perseverare è diabolico. Le file davanti al Pronto soccorso dell’ospedale Ruggi di Salerno si ripetono da anni. Pur se non c’è l’emergenza di accessi da Covid 19 registrata negli scorsi anni, la situazione della sanità della provincia di Salerno si è aggravata specie per la rete dell’emergenza. Al Pronto soccorso di Salerno si rivolgono anche 120 persone a turno, come dimostrato dalle immagini di La 7, causando un’assistenza spesso non idonea.
La cause sono gli eccessi di ricorsi al pronto soccorso, perché la sanità territoriale non funziona (i medici di base e le guardie mediche non danno una risposta sufficiente). I reparti di molti ospedali della provincia, in particolare quelli di Nocera, hanno capacità ridotte di accettare pazienti e quelli di Salerno vanno subito in saturazione di posti letto. Perfino le barelle non sono sufficienti o vengono lasciate davanti ai reparti perché non c’è nessuno che li scende velocemente e alla fine le ambulanze rimangono con i pazienti a bordo.
Negli altri ospedali, viene solitamente rispettata la mezz’ora di tempo data dall’Asl per liberare l’ambulanza, al Ruggi si attendono ore ed ore. E così il territorio rimane sguarnito: oggi per un intervento al corso Vittorio Emanuele a Salerno si è dovuto attendere l’intervento di un’ambulanza da Battipaglia, con tempi lunghi per soccorrere il paziente, per fortuna assistito dall’auto medica.
L’ANALISI
Sul punto, per l’ennesima volta, era intervenuto su La Città Francesco Bruno, delegato sindacale della Cgil Medici: «Qui al Ruggi le forze dei medici sono messe a durissima prova e anche chi c’è pensa di andare via. I ritmi di lavoro sono impossibili da sostenere per degli esseri umani e per l’organizzazione di un ospedale. Normalmente, faccio un esempio a me vicino, al Ruggi arrivano da uno a due pazienti con fratture collo femore al giorno: negli ultimi tre giorni ne sono arrivati 15, saturando tutti i posti letto del reparto».
La causa di questo super afflusso? «I pazienti non trovando risposte in altri ospedali della provincia per la chiusura o la saturazione dei reparti arrivano al Ruggi. E così accade per Ortopedia come anche per altri reparti. L’indisponibilità dei posti letto in area ricovero è concausa dell’ingolfamento del Pronto soccorso che fa aumentare le file di ambulanze. Purtroppo, fare un turno in generale al Ruggi e in particolare a Pronto soccorso è diventato impossibile, anche per la propria salute. Se pensiamo, poi, che questa pressione sul Ruggi va avanti da anni e anni e i sanitari non hanno nemmeno il tempo sufficiente a recuperare, la miscela diventa esplosiva ed anche gli errori possono aumentare. Come sindacato, devo esprime la solidarietà completa e assoluta ai colleghi che stanno superlavorando in azienda e al Pronto soccorso».
Bruno ancora una volta chiede la famosa costituzione di una rete «tra il Ruggi e il territorio, con una cabina di regia forte che disciplini posti letto e accesi in ospedale. Se non ci sarà, non solo qui pochi medici verranno a lavorare con l’aumento delle difficoltà di rispondere alle esigenze di salute che arrivano dal territorio». A questo, poi si aggiunge anche il particolare periodo con il picco influenzale e di Covid, con una popolazione sempre più anziana che sempre più ricorre alle cure ospedaliere: «Sono tutti eventi che è possibile prevedere ma se non si fa nulla, anche per l’azienda assumere nuovi medici sarà difficile per la carenza della loro disponibilità a venire qui a Salerno e in provincia a lavorare», – ha sottolineato Bruno -.
Intanto, potrebbe essere utile l’acquisto di qualche barella in più e soprattutto il veloce recupero di quelle utilizzate per accelerare quanto prima la liberazione delle ambulanze.