La Cassazione annulla la sentenza di condanna dei quattro nocerini coinvolti nell’inchiesta sullo scambio elettorale politico mafioso alle elezioni amministrative del 2017. Rigettati i ricorsi di altri due imputati
Non si conoscono ancora le motivazioni che hanno portato Cassazione ad ha annullare la sentenza della Corte d’appello di Salerno disponendo un nuovo processo di secondo grado alla corte d’appello di Napoli.
L’inchiesta è quella che nel 2017 pose l’attenzione su quanto accaduto in prossimità delle elezioni comunali di Nocera Inferiore. Due sostanzialmente le vicenda, una la compravendita di voti per la quale la Cassazione ha respinto il ricorso dell’allora consigliere comunale Nicola Maisto e quella della costruzione della mensa Caritas in una proprietà della diocesi a Nocera Inferiore sul cui sfondo ci sarebbe stata uno scambio elettorale politico mafioso tra il boss Antonio Pignataro e il candidato al consiglio comunale Carlo Bianco. Pignataro avrebbe promesso voti a Bianco in cambio del cambio di destinazione urbanistica di un fondo della diocesi di Nocera, dove realizzare una mensa Caritas.
In questa tranche dell’inchiesta erano coinvolti anche Antonio Cesarano, all’epoca senza incarichi politici, ma in passato vicesindaco di Nocera Inferiore e il candidato al consiglio comunale Ciro Eboli, ritenuto vicino a Pignataro. Tutto ruota ad una presunta capacità di influenzare l’elettorato da parte di Pignataro, in quanto appartenete storicamente alla Nco. Tra le probabili motivazioni della Cassazione, un difetto di motivazione della sentenza di secondo grado o un’eventuale riqualificazione del reato da scambio elettorale politico mafioso in una più semplice corruzione elettorale, ma se così fosse il rischio di prescrizione è dietro l’angolo.
Pignataro per molti componenti del collegio difensivo dei vari imputati (composto dagli avvocati Giuseppe Annunziata, Andrea Vagito, Massimiliano Forte e Annalisa Califano) non avrebbe avuto nemmeno la forza di imporre il sostegno a un candidato nelle competizioni amministrative del 2017 a Nocera Inferiore. Un riscontro arriverebbe dai suoi presunti sodali che si sono proposti per un seggio in consiglio comunale o avrebbero appoggiato altri candidati contrariamente a quanto indicato del boss. La forza intimidatrice dell’appartenenza alla Nco di Pignataro sarebbe quindi svanita.