Il primo cittadino della Valle Metelliana pronto a dialogare con i sindaci dell’Agro nocerino-sarnese per prospettive unitarie
Vincenzo Servalli, sindaco di Cava de’ Tirreni, pronto ad interfacciarsi con i colleghi dell’Agro nocerino – sarnese, per un futuro sinergico e di prospettive unitarie. Considerazione emersa nella web-trasmissione Confronti di Manlio Torquato.
“Il futuro di Cava – ha dichiarato Servalli – è in stretta connessione con l’Agro nocerino – sarnese. Sia per ragioni di carattere storico-culturali con l’Agro e identitarie verso Napoli e sia perché Salerno non ha mai sviluppato la sua funzione di capoluogo, non è stata mai generosa”. Pur essendo un unicum la città metelliana tra Salerno e l’Agro, il sindaco di Cava non nasconde la necessità di rapportarsi con le città della vicina Valle del Sarno.
“La costruzione della provincia di Salerno, secondo le vecchie modalità di aggregazione, va rivista e il rapporto con l’Agro nocerino – sarnese, con Cava, va consolidato. – ha sottolineato il primo cittadino – Le vecchie aggregazioni non hanno più senso, appartengono al passato. Ci rendiamo conto quanto i nostri destini, con tutta la parte nord di Salerno, siano interconnessi? Il traffico che arriva a Nocera parte da Cava”.
Quella di Servalli è una visione comprensoriale che va oltre i confini comunali, molto simile, forse uguale, a quella dell’ex sindaco Manlio Torquato il quale, in coda al secondo mandato, ha promosso la costituzione della conferenza dei sindaci dell’Agro e della Valle Metelliana, includendo proprio Cava. Quest’ultima oggi fuori dal Masterplan dell’Agro, ma che guarda con attenzione per una collaborazione fattiva a vari livelli.
In particolare “sulle infrastrutture e la mobilità”. Il primo cittadino di Cava, inoltre, ha anche mostrato interesse nell’essere inserito in un’unica azienda ospedaliera (o sanitaria) con l’Agro nocerino. A fine trasmissione si è anche parlato del futuro di Vincenzo Servalli che, dopo il biennio da sindaco, continuerà in politica, probabilmente verso la Regione Campania.
Giuseppe Colamonaco