Tutela Made in Italy: sequestrate 3 attività commerciali, individuati 5 lavoratori a nero

Due attività abusive sconosciute al fisco

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, nel corso di distinti interventi volti alla tutela del “made in Italy” e al contrasto dello sfruttamento della manodopera irregolare, ha sequestrato tre centri di produzione tessile, di cui due completamente abusivi e sconosciuti al Fisco, per gravi violazioni riscontrate in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e di gestione dei rifiuti. Sono stati segnalati 3 soggetti alla Procura della Repubblica di Nola.
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In particolare, i finanzieri della Compagnia di Ottaviano hanno individuato, tra i comuni di Terzigno, San Gennaro Vesuviano e San Giuseppe Vesuviano, gli opifici in parola allestiti con macchinari altamente performanti i quali, mediante l’impiego di manodopera italiana e straniera irregolare, svolgevano l’attività produttiva violando la normativa ambientale nonché le procedure di sicurezza più basilari. Le attività, peraltro, consentivano di produrre e collocare sul mercato, in danno degli ignari consumatori, migliaia di articoli tessili ed accessori con la falsa dicitura del made in Italy.
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Nel corso del primo intervento, è stato individuato e sequestrato un immobile che nascondeva un’attività di tappezzeria completamente abusiva, svolta con tutte le attrezzature necessarie e operante con la presenza di un lavoratore straniero privo di contratto di lavoro, ma regolare sul territorio italiano: il titolare sarà tenuto al pagamento di sanzioni che vanno da 1.800 a 10.800 euro.
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Durante un secondo controllo, invece, è stato sottoposto a sequestro un opificio tessile, all’interno del quale erano presenti decine di apparecchiature, palesemente manomesse per rendere maggiormente spedita l’attività di produzione, esponendo i lavoratori a gravi rischi per la propria incolumità. In un terzo intervento, i finanzieri hanno scoperto una fabbrica abusiva di guanciali da letto, nella quale era stato allestito un vero e proprio centro di produzione e commercializzazione del falso. In questo caso, la ditta, completamente sconosciuta al Fisco e in assenza delle prescrizioni previste, aveva dato avvio a una fiorente produzione di merce irregolare.

All’interno dell’opificio, infatti, sono stati rinvenuti, oltre ai guanciali già confezionati e alle materie prime sparse per i locali, 12.000 brochure illustrative, riportanti, a chiare lettere, la dicitura “MADE IN ITALY”, oltre ad altre indicazioni circa ipotetiche qualità, caratteristiche e proprietà dei prodotti, come “guanciale anallergico”, “antiacaro”, “ortopedico”, “memory 100%”, “aloe vera”, pronte per essere apposte – senza che ne ricorressero le condizioni – nel packaging degli accessori da letto da immettere sul mercato (ovvero, in alcuni casi, già presenti sui prodotti confezionati). Il titolare dell’attività, peraltro, non è stato in grado di esibire alcuna documentazione o certificazione, inerente alla provenienza ed alla qualità della merce in parola.
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Sul posto di lavoro, venivano scoperti 4 lavoratori italiani, privi di contratto e, quindi, completamente in nero, uno dei quali risultato anche percettore di reddito di Cittadinanza. Al datore di lavoro sarà dunque contestata anche la cd. maxi-sanzione prevista in materia (da euro 7.560 a 45.360). Se l’attività artigianale di tappezzeria era diretta ai privati cittadini e completamente in nero, gli ulteriori due opifici tessili posti sotto sequestro avevano, invece, allestito una solida linea di produzione di capi di abbigliamento e guanciali da letto, alimentando la filiera del mercato all’ingrosso.

I controlli si sono conclusi con la denuncia di 3 soggetti all’Autorità Giudiziaria nolana, per gravi inadempienze sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e nella gestione dei rifiuti, oltre che per i reati di frode nell’esercizio in commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci. Tali soggetti sono da considerare presunti innocenti fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti la colpevolezza. Nel corso delle attività, sono stati sequestrati 7 locali con un’estensione di 540 mq., 153 macchinari, tavoli da lavoro e attrezzature di produzione e confezionamento, 350 utensili di varia natura, 385.650 accessori d’abbigliamento e per lavorazione tessile, 29.772 capi finiti o semilavorati, 8.074 tra guanciali, federe e accessori, 12.000 brochure illustrative, 395.030 metri di materiale tessile e stoffa, kg 6.300 di spugna, nonché kg 820 di rifiuti speciali non pericolosi, rinvenuti nei luoghi di lavoro.

Il risultato di servizio conseguito è segno tangibile dell’impegno della Guardia di Finanza nel prevenire e reprimere il fenomeno del mercato del falso, soprattutto per un Paese, come l’Italia, che fa del made in Italy e dei suoi marchi di eccellenza un motivo di vanto a livello internazionale, nella piena consapevolezza che la contraffazione distorce i meccanismi della concorrenza, può arrecare pregiudizi alla salute dei consumatori perché utilizza materiali di qualità scadente se non addirittura nocivi, provoca danni all’ambiente, come conseguenza dello smaltimento illegale dei residui delle lavorazioni, ed è associata a evasioni fiscali e contributive, oltre che a forme di sfruttamento della manodopera, anche in assenza delle più elementari norme di sicurezza.

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